Bavaglio ad Internet: restrizioni delle libertà civili e digitali in Spagna
Come più volte mi sono pronunciato sulle restrizioni delle libertà civili e digitali, ora in Spagna si rischia che concretizzino, è per questo motivo che domenica 24 maggio e lunedì 25 maggio 2009, i cittadini Spagnoli manifesteranno per farsi sentire, affinchè il governo decida di fare marcia indietro.
lascio ogni forma di commento all'articolo in lingua Spagnola:
http://guai.internautas.org/html/217.html
Grupo de Usuarios Asociación de Internautas
Los Verdes exigen a Zapatero software libre y ordenadores ecológicos en las clases
Los Verdes de Madrid exigieron hoy al presidente del Gobierno central, José Luis Rodríguez Zapatero, que incorpore en las escuelas españolas ordenadores ecológicos y software libre para «reducir el coste» de su promesa de entregar un ordenador personal portátil a más de 420.000 alumnos de Quinto de Educación Primaria
18-05-2009 - El partido considera que la compra de licencias de productos Microsoft costará 100 millones de euros al año, «que se van a pagar con los impuestos que aportam todos los ciudadanos, y que en estos momentos de crisis es un gasto absolutamente innecesario». Por ello, pidieron que estos programas se sustituyan por otros de código abierto, por los que no hay que pagar licencia alguna.
«El uso de estándares abiertos permitiría una mayor libertad de elección y unas comunicaciones más abiertas entre los ciudadanos y sus representantes. Si se redujera la dependencia de una sola empresa se limitarían los riesgos a la seguridad y se respetaría la diversidad del sector europeo del software», indicaron.
Además, para Los Verdes ésta es una oportunidad para que las pequeñas y medianas empresas españolas se pongan a la cabeza en el desarrollo de software libre. «Este sector es un motor de desarrollo económico con el que se crearían un número muy importante de puestos de trabajo», señalaron.
En este sentido, solicitó al presidente del Gobierno que tome ejemplo de Extremadura, que ha implantado Linux en los diversos niveles de la administración autonómica, así como en los institutos de enseñanza secundaria, «que cuentan con un ordenador con software libre, por cada dos alumnos».
Según explicaron Los Verdes de Madrid, también se ha introducido el uso de Linex --versión de Linux creada por el Gobierno extremeño-- en los colegios de Primaria, y se han distribuido más de 200.000 CD's con software libre. Así, se calcula que más del 10 por ciento de la población de Extremadura usa el sistema operativo Linex. «Y todo ello sin pagar un solo euro de licencias de ninguna empresa privada y desarrollando la economía local», apostillaron.
Por otro lado, el partido ecologista solicitó que los ordenadores de los escolares cumplan los estándares internacionales de eficiencia energética 80PLUS y Energy Star para reducir las emisiones de CO2. Y, por ultimo, propusieron el establecimiento de una garantía por parte del proveedor para reciclar los equipos, una vez que éstos quedan en desuso.
22/05/2009 - Estamos a 48 horas de la convocatoria para un acto público en Madrid a las 12 del medio día frente al Ministerio de Cultura, para defender la Neutralidad en la Red, y suscribir el manifiesto por los derechos civiles. Hoy, Víctor Domingo, presidente de la Asociación de Internautas hará formalmente un llamamiento a todos los que deseéis ir.
http://www.internautas.tv
Se permite la reproducción total o parcial de todos los contenidos siempre que se cite la fuente y se enlace con el original
Proprio perchè ci sono problemi inerenti le restrizioni delle libertà digitali, vi prego di scaricarlo in formato *.ogg da http://serv1.internautas.tv/videos/ogg/20090522_1.ogg i servizi li potete seguire su http://www.internautas.tv
venerdì 22 maggio 2009
lunedì 18 maggio 2009
Bavaglio ad Internet: Slides spiegate al Senato
Bavaglio ad Internet: Slides spiegate al Senato:
senato.it - Biblioteca - IGeLU - relazioni (area biblioteca)
senato.it Biblioteca L'Integrazione funzionale con la Camera: il punto di vista del direttore della Biblioteca della Camera relazioni (area biblioteca)
senato.it Biblioteca 21 st Century Information Professionals, 11 Aprile 2008 relazioni (area biblioteca)
senato.it - Biblioteca - IGeLU - relazioni (area biblioteca)
senato.it Biblioteca L'Integrazione funzionale con la Camera: il punto di vista del direttore della Biblioteca della Camera relazioni (area biblioteca)
senato.it Biblioteca 21 st Century Information Professionals, 11 Aprile 2008 relazioni (area biblioteca)
Colibrary: A Web Mashup for Social Libraries
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Web 20
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Web 20 Business Models
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lunedì 11 maggio 2009
Bavaglio ad Internet: Renato Brunetta e la Pubblica Amminstrazione
Renato Brunetta peggio di Pinocchio con la scusa della Pubblica Amministrazione
From: Paolo Del Bene
Date: 1 May 2009
Time: 07:08 p.m.
To: Renato Brunetta brunetta_r@camera.it
Object: Software Libero
Sigr. Renato Brunetta,
Con la presente la informo, che lei è stato trattato fin troppo bene dall'associazione software libero, quando le hanno inviato una lettera con la quale la informavano che deve attenersi alle vigenti leggi italiane, vedasi (art.68 Dlgs. 82/05) che ha ignorato.
Tale articolo prevede una valutazione comparativa fra sistemi operativi software libero e sistemi operativi che sono software non libero, valutazione che lei non ha fatto.
E con questa mia: "LA DIFFIDO AD USARE I CONTRIBUTI DEGLI ITALIANI" per SOVVENZIONARE le MULTINAZIONALI".
Non vorrò sentire in nessuna trasmissione televisiva, lei che si lamenta dell'attuale situazione ITALIANA, quando lei è il primo che eroga fondi alla MICROSOFT.
Può leggersi http://softwarelibero.it/lettera-brunetta
Al tempo stesso le allego un documento:
può riuscire a prendere per i fondelli il popolo italiano, ma non il sottoscritto, è pregato di farsi un esame di coscienza, e di valutare attentamente quello che sta facendo, visto che sta gettando dalla finestra i soldi degli Italiani.
Dunque è pregato di ascoltarsi il suo streaming:
http://saperi.forumpa.it/sites/all/files/documents/file/forumpa09/RELAZIONI/brunetta_1.mp3
http://saperi.forumpa.it/sites/all/files/documents/file/forumpa09/RELAZIONI/brunetta_2.mp3
From: Paolo Del Bene
Date: 1 May 2009
Time: 07:08 p.m.
To: Renato Brunetta brunetta_r@camera.it
Object: Software Libero
Sigr. Renato Brunetta,
Con la presente la informo, che lei è stato trattato fin troppo bene dall'associazione software libero, quando le hanno inviato una lettera con la quale la informavano che deve attenersi alle vigenti leggi italiane, vedasi (art.68 Dlgs. 82/05) che ha ignorato.
Tale articolo prevede una valutazione comparativa fra sistemi operativi software libero e sistemi operativi che sono software non libero, valutazione che lei non ha fatto.
E con questa mia: "LA DIFFIDO AD USARE I CONTRIBUTI DEGLI ITALIANI" per SOVVENZIONARE le MULTINAZIONALI".
Non vorrò sentire in nessuna trasmissione televisiva, lei che si lamenta dell'attuale situazione ITALIANA, quando lei è il primo che eroga fondi alla MICROSOFT.
Può leggersi http://softwarelibero.it/lettera-brunetta
Al tempo stesso le allego un documento:
può riuscire a prendere per i fondelli il popolo italiano, ma non il sottoscritto, è pregato di farsi un esame di coscienza, e di valutare attentamente quello che sta facendo, visto che sta gettando dalla finestra i soldi degli Italiani.
Dunque è pregato di ascoltarsi il suo streaming:
http://saperi.forumpa.it/sites/all/files/documents/file/forumpa09/RELAZIONI/brunetta_1.mp3
http://saperi.forumpa.it/sites/all/files/documents/file/forumpa09/RELAZIONI/brunetta_2.mp3
mercoledì 29 aprile 2009
Bavaglio ad Internet: Software Libero nelle Scuole, Società dei Trasporti...
Il software Libero iniziò ad esser usato inizialmente nella Pubblica Amministrazone di Bolzano,
ottenendo i seguenti risultati:
Video http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Report%5E17%5E23688,00.html
http://www.youtube.com/watch?v=onoFRPa3wkk
Il testo integrale dell'intervista effettuata è disponibile al seguente URL:
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1072182,00.html
oppure potete guardare mms://streaming.rai.it/raitre/report/report03_290407.wmv l'intervista e le domande dell'intervista di Report:
RISPARMIO DIGITALE
di Giuliano Marrucci
In onda domenica 29 aprile 2007 alle 21.30
scienza
MILENA GABANELLI IN STUDIO
La buona notizia di oggi è informatica. Quasi tutti i dipendenti pubblici oggi per fare il loro lavoro hanno a disposizione un computer. Per utilizzarlo servono tanti programmi e i programmi costano. A Bolzano hanno trovato il modo di risparmiare un bel po’. Giuliano Marrucci.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Questa è una delle 83 scuole di lingua italiana della provincia. 50 computer che fino a due anni fa costavano 100 euro l’uno ogni anno solo per i programmi.
GIULIANO MARRUCCI
Con questi 100 euro a postazione cosa ci compravate?
PAOLO ZILOTTI- Sovrintendenza scolastica
Ci compravamo sempre l’ultima versione del sistema operativo e la suite d’ufficio.
GIULIANO MARRUCCI
Quindi office?
PAOLO ZILOTTI- Sovrintendenza scolastica
Office.
GIULIANO MARRUCCI
E basta?
PAOLO ZILOTTI- Sovrintendenza scolastica
Fine!
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Sistema operativo e suite d’ufficio sono la benzina del computer, senza di quelli non si può fare niente. Per noi comuni mortali sono sinonimi di windows e office, programmi commerciali prodotti da microsoft, ma i comuni mortali spesso sbagliano.
BARBARA REPETTO- Dipartimento al lavoro Prov. di Bolzano
L’alternativa è rappresentata dal software libero, su cui noi come amministrazione ci siamo impegnati in questi due anni, abbiamo fatto migrare da microsoft a software libero tutte le scuole di lingua italiana della provincia di Bolzano.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Il software libero funziona esattamente come quello commerciale, però è gratis. Mentre per le licenze microsoft ogni anno solo per le scuole in lingua italiana della provincia si sborsavano 269.000 euro l’anno.
GIULIANO MARRUCCI
Quindi quello che praticamente fino a ieri pagavate 269.000 euro l’anno, la stessa identica cosa oggi ce l’avete gratis?
BARBARA REPETTO- Dipartimento al lavoro Prov. di Bolzano
Per 27.000, come manutenzione, è un costo di manutenzione.
GIULIANO MARRUCCI
Quindi un decimo
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
E senza rinunciare a niente, anzi……
PAOLO ZILOTTI- Sovrintendenza scolastica
Volevamo fare in modo che se paragonassimo il software al libro di testo gli studenti potessero portarsi a casa questo libro di testo, lo potessero copiare, tutto in maniera legale.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Eh gia, perché il bello del software libero è che si può copiare liberamente. E così tutto quello che si usa a scuola, si può portare a casa.
GIULIANO MARRUCCI
Cosa sono questi cd qua?
EZIO MONASTERO- Coord. Gruppo supporto didattico informatica
Questi permettono l’installazione a casa della distribuzione FUSS che abbiamo fatto per le scuole. Cioè ci sono software didattici che vengono utilizzati nelle scuole elementari, medie e superiori.
GIULIANO MARRUCCI
Quanti dischetti come questo avete distribuito?
EZIO MONASTERO- Coord. Gruppo supporto didattico informatica
Credo un 20.000 dischetti. Il costo è stato la stampa dei cd, 4, 5000 euro.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
E così a risparmiare oltre all’amministrazione pubblica sono anche le famiglie, perché se a scuola si usano programmi commerciali, tocca comprare una licenza anche per casa.
EZIO MONASTERO- Coord. Gruppo supporto didattico informatica
A meno che non passa alla solita operazione che fanno parecchi di scaricarselo in modo non lecito.
GIULIANO MARRUCCI
Quindi ti impongo una spesa o un crimine?
EZIO MONASTERO- Coord. Gruppo supporto didattico informatica Esatto, una scuola invece deve educare alla legalità.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Semplice no? Eppure Bolzano rimane un caso isolato.
BARBARA REPETTO- Dipartimento al lavoro Prov. di Bolzano
L’inceppo interno è proprio legato al fatto che richiede questo passaggio uno sforzo veramente notevole, siccome negli ambienti della formazione della scuola, è l’amministrazione pubblica che se ne occupa, non sempre all’interno di questo genere di amministrazione c’è questa spinta propulsiva verso l’innovazione, verso il cambiamento.
GIULIANO MARRUCCI
Cioè come dire visto che son soldi nostri…….
BARBARA REPETTO- Dipartimento al lavoro Prov. di Bolzano
Si, c’è un po’ una resistenza al cambiamento, a dover fare uno sforzo in più, è il discorso di chi me lo fa fare insomma no?
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Qui a farglielo fare invece c’ha pensato un ragazzo venuto dall’Argentina.
ANTONIO RUSSO
Sono arrivato qui dall’Argentina, da Buenos Aires, nel ’99, due anni prima della crisi, lavoravo per una banca per cui sapevo già prima che c’era qualcosa che non funzionava molto bene.
GIULIANO MARRUCCI
Ce lo potevi dire anche a noi…
ANTONIO RUSSO
Potevo sicuramente dirlo ma non mi avrebbero creduto.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Abituato a dire cose a cui gli altri non credono, appena sbarcato a Bolzano, Antonio si fa assumere come ragioniere dall’ente per la formazione professionale della provincia, una posizione strategica per lanciare la sua battaglia per il software libero.
ANTONIO RUSSO
Siamo partiti nel 2001 organizzando corsi di formazione professionale rivolti alle imprese partendo da un’idea che noi credevamo che il sistema era gia maturo ed era possibile utilizzarlo per produttività, quindi aziende, pubbliche amministrazioni.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
D’altronde a dimostrare che il software libero fosse maturo a Bolzano c’era la Sad, l’azienda locale dei trasporti, la prima al mondo ad usarlo in ambiente aziendale quasi 15 anni fa, risparmiando da allora circa 300.000 euro l’anno.
GIULIANO MARRUCCI
Te sei genovese vero?
MAURIZIO CACHIA- Dir. informatica SAD trasporto locale
Io sono genovese di origine.
GIULIANO MARRUCCI
E’ per quello…
MAURIZIO CACHIA- Dir. informatica SAD trasporto locale
Sono genovese, abito in Val di Non, dicono che la val di non è la Genova del Trentino…
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Forte di questo esempio Antonio comincia a bussare alle porte di tutti gli uffici della provincia. Prima tappa, il consorzio dei comuni.
GIULIANO MARRUCCI
Vi ha convinto Antonio?
HUGO LEITER - Dir. Servizio Informatico Prov. Bolzano
Lui è stato di grandissimo aiuto, è straordinario. Io devo ammirare quel che lui è riuscito a fare.
HUGO LEITER - Dir. Servizio Informatico Prov. Bolzano
Se dovessimo sostituire tutto il software aperto con software proprietario dovremmo spendere almeno mezzo milioni di euro.
GIULIANO MARRUCCI
Una tantum?
HUGO LEITER - Dir. Servizio Informatico Prov. Bolzano
Una tantum, a questi si aggiungono i costi annuali di gestione, upgrade e manutenzione.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Seconda tappa la formazione professionale agricola e forestale dove il software libero lo usano per fare corsi su internet. Ma il bello deve ancora arrivare. Perché la migrazione più consistente l’hanno fatta sui 4500 pc della provincia, passando da microsoft office al suo omologo libero, open office.
GIULIANO MARRUCCI
E quanto si risparmia?
HELLMUTH LADURNER- Dir. ripartizione informatica Prov. Bolzano
Più di un milione di euro l’anno.
GIULIANO MARRUCCI
Eh?
HELLMUTH LADURNER- Dir. ripartizione informatica prov. Bolzano
Più di un milione di euro l’anno.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il software libero si puo' scaricare direttamente da internet e ci sono anche le istruzioni per installarlo. E già che ci siamo sarebbe anche una bella cosa se ai funzionari pubblici che si danno da fare fosse riconosciuta una gratifica, tanto per incentivare tutti gli Antonio Russo che ci sono in giro.
ottenendo i seguenti risultati:
Video http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Report%5E17%5E23688,00.html
http://www.youtube.com/watch?v=onoFRPa3wkk
Il testo integrale dell'intervista effettuata è disponibile al seguente URL:
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1072182,00.html
oppure potete guardare mms://streaming.rai.it/raitre/report/report03_290407.wmv l'intervista e le domande dell'intervista di Report:
RISPARMIO DIGITALE
di Giuliano Marrucci
In onda domenica 29 aprile 2007 alle 21.30
scienza
MILENA GABANELLI IN STUDIO
La buona notizia di oggi è informatica. Quasi tutti i dipendenti pubblici oggi per fare il loro lavoro hanno a disposizione un computer. Per utilizzarlo servono tanti programmi e i programmi costano. A Bolzano hanno trovato il modo di risparmiare un bel po’. Giuliano Marrucci.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Questa è una delle 83 scuole di lingua italiana della provincia. 50 computer che fino a due anni fa costavano 100 euro l’uno ogni anno solo per i programmi.
GIULIANO MARRUCCI
Con questi 100 euro a postazione cosa ci compravate?
PAOLO ZILOTTI- Sovrintendenza scolastica
Ci compravamo sempre l’ultima versione del sistema operativo e la suite d’ufficio.
GIULIANO MARRUCCI
Quindi office?
PAOLO ZILOTTI- Sovrintendenza scolastica
Office.
GIULIANO MARRUCCI
E basta?
PAOLO ZILOTTI- Sovrintendenza scolastica
Fine!
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Sistema operativo e suite d’ufficio sono la benzina del computer, senza di quelli non si può fare niente. Per noi comuni mortali sono sinonimi di windows e office, programmi commerciali prodotti da microsoft, ma i comuni mortali spesso sbagliano.
BARBARA REPETTO- Dipartimento al lavoro Prov. di Bolzano
L’alternativa è rappresentata dal software libero, su cui noi come amministrazione ci siamo impegnati in questi due anni, abbiamo fatto migrare da microsoft a software libero tutte le scuole di lingua italiana della provincia di Bolzano.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Il software libero funziona esattamente come quello commerciale, però è gratis. Mentre per le licenze microsoft ogni anno solo per le scuole in lingua italiana della provincia si sborsavano 269.000 euro l’anno.
GIULIANO MARRUCCI
Quindi quello che praticamente fino a ieri pagavate 269.000 euro l’anno, la stessa identica cosa oggi ce l’avete gratis?
BARBARA REPETTO- Dipartimento al lavoro Prov. di Bolzano
Per 27.000, come manutenzione, è un costo di manutenzione.
GIULIANO MARRUCCI
Quindi un decimo
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
E senza rinunciare a niente, anzi……
PAOLO ZILOTTI- Sovrintendenza scolastica
Volevamo fare in modo che se paragonassimo il software al libro di testo gli studenti potessero portarsi a casa questo libro di testo, lo potessero copiare, tutto in maniera legale.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Eh gia, perché il bello del software libero è che si può copiare liberamente. E così tutto quello che si usa a scuola, si può portare a casa.
GIULIANO MARRUCCI
Cosa sono questi cd qua?
EZIO MONASTERO- Coord. Gruppo supporto didattico informatica
Questi permettono l’installazione a casa della distribuzione FUSS che abbiamo fatto per le scuole. Cioè ci sono software didattici che vengono utilizzati nelle scuole elementari, medie e superiori.
GIULIANO MARRUCCI
Quanti dischetti come questo avete distribuito?
EZIO MONASTERO- Coord. Gruppo supporto didattico informatica
Credo un 20.000 dischetti. Il costo è stato la stampa dei cd, 4, 5000 euro.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
E così a risparmiare oltre all’amministrazione pubblica sono anche le famiglie, perché se a scuola si usano programmi commerciali, tocca comprare una licenza anche per casa.
EZIO MONASTERO- Coord. Gruppo supporto didattico informatica
A meno che non passa alla solita operazione che fanno parecchi di scaricarselo in modo non lecito.
GIULIANO MARRUCCI
Quindi ti impongo una spesa o un crimine?
EZIO MONASTERO- Coord. Gruppo supporto didattico informatica Esatto, una scuola invece deve educare alla legalità.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Semplice no? Eppure Bolzano rimane un caso isolato.
BARBARA REPETTO- Dipartimento al lavoro Prov. di Bolzano
L’inceppo interno è proprio legato al fatto che richiede questo passaggio uno sforzo veramente notevole, siccome negli ambienti della formazione della scuola, è l’amministrazione pubblica che se ne occupa, non sempre all’interno di questo genere di amministrazione c’è questa spinta propulsiva verso l’innovazione, verso il cambiamento.
GIULIANO MARRUCCI
Cioè come dire visto che son soldi nostri…….
BARBARA REPETTO- Dipartimento al lavoro Prov. di Bolzano
Si, c’è un po’ una resistenza al cambiamento, a dover fare uno sforzo in più, è il discorso di chi me lo fa fare insomma no?
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Qui a farglielo fare invece c’ha pensato un ragazzo venuto dall’Argentina.
ANTONIO RUSSO
Sono arrivato qui dall’Argentina, da Buenos Aires, nel ’99, due anni prima della crisi, lavoravo per una banca per cui sapevo già prima che c’era qualcosa che non funzionava molto bene.
GIULIANO MARRUCCI
Ce lo potevi dire anche a noi…
ANTONIO RUSSO
Potevo sicuramente dirlo ma non mi avrebbero creduto.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Abituato a dire cose a cui gli altri non credono, appena sbarcato a Bolzano, Antonio si fa assumere come ragioniere dall’ente per la formazione professionale della provincia, una posizione strategica per lanciare la sua battaglia per il software libero.
ANTONIO RUSSO
Siamo partiti nel 2001 organizzando corsi di formazione professionale rivolti alle imprese partendo da un’idea che noi credevamo che il sistema era gia maturo ed era possibile utilizzarlo per produttività, quindi aziende, pubbliche amministrazioni.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
D’altronde a dimostrare che il software libero fosse maturo a Bolzano c’era la Sad, l’azienda locale dei trasporti, la prima al mondo ad usarlo in ambiente aziendale quasi 15 anni fa, risparmiando da allora circa 300.000 euro l’anno.
GIULIANO MARRUCCI
Te sei genovese vero?
MAURIZIO CACHIA- Dir. informatica SAD trasporto locale
Io sono genovese di origine.
GIULIANO MARRUCCI
E’ per quello…
MAURIZIO CACHIA- Dir. informatica SAD trasporto locale
Sono genovese, abito in Val di Non, dicono che la val di non è la Genova del Trentino…
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Forte di questo esempio Antonio comincia a bussare alle porte di tutti gli uffici della provincia. Prima tappa, il consorzio dei comuni.
GIULIANO MARRUCCI
Vi ha convinto Antonio?
HUGO LEITER - Dir. Servizio Informatico Prov. Bolzano
Lui è stato di grandissimo aiuto, è straordinario. Io devo ammirare quel che lui è riuscito a fare.
HUGO LEITER - Dir. Servizio Informatico Prov. Bolzano
Se dovessimo sostituire tutto il software aperto con software proprietario dovremmo spendere almeno mezzo milioni di euro.
GIULIANO MARRUCCI
Una tantum?
HUGO LEITER - Dir. Servizio Informatico Prov. Bolzano
Una tantum, a questi si aggiungono i costi annuali di gestione, upgrade e manutenzione.
GIULIANO MARRUCCI FUORI CAMPO
Seconda tappa la formazione professionale agricola e forestale dove il software libero lo usano per fare corsi su internet. Ma il bello deve ancora arrivare. Perché la migrazione più consistente l’hanno fatta sui 4500 pc della provincia, passando da microsoft office al suo omologo libero, open office.
GIULIANO MARRUCCI
E quanto si risparmia?
HELLMUTH LADURNER- Dir. ripartizione informatica Prov. Bolzano
Più di un milione di euro l’anno.
GIULIANO MARRUCCI
Eh?
HELLMUTH LADURNER- Dir. ripartizione informatica prov. Bolzano
Più di un milione di euro l’anno.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il software libero si puo' scaricare direttamente da internet e ci sono anche le istruzioni per installarlo. E già che ci siamo sarebbe anche una bella cosa se ai funzionari pubblici che si danno da fare fosse riconosciuta una gratifica, tanto per incentivare tutti gli Antonio Russo che ci sono in giro.
martedì 28 aprile 2009
Bavaglio ad Internet: Software libero, WI-FI, WI-MAX
Roma 11 Aprile 2008
Oggetto: Programma elettorale Sinistra Arcobaleno
La sinistra arcobaleno diceva:
Ieri 10 Aprile 2008 sono andato a Piazza Navona a Roma ad ascoltare Fausto Bertinotti, a parte tante risate, vorrei sapere se il Programma elettorale della Sinistra Arcobaleno verrà rispettato in toto, qualora avesse i voti o se succederà come con il governo Prodi, dove nessun punto è stato rispettato.
A partire dal punto 88 liberare il web
Agli informatici che si sono opposti alla brevettabilità dei linguaggi imposti dalla microsoft, hanno sperimentato e prodotto l’uso condiviso e a volte gratuito, a volte attraverso la logica Open source.
Noi proponiamo di far migrare i sistemi informatici della Pubblica Amministrazione verso l’Open source, garantendo un risparmio di oltre 3 miliardi di euro l’anno, una più efficiente organizzazione e la rinascita di un’industria informatica nazionale.
Proponiamo una corsia privilegiata ai comuni per offrire ai cittadini connettività gratutita, attraverso hot spots nelle strade, nelle piazze e nei parchi della città e ai cittadini servizi gratutiti di accesso attraverso il WiMax per tutte le applicazioni a banda larga non a pagamento.
Questo è quanto la Sinistra Arcobaleno si prefigge come scopo, ma sinceramente lo ritengo una bozza programmatica e non una cosa completa da poter essere applicata, per ovvi motivi:
1)Tutta la classe politica non si è mai presentata a nessun Install Fest, Hack Meeting, corsi di Kernel Hacking, meetings di Telecomunicazioni (Tlc) sul wifi.
Dunque prima di presentarsi al voto è necessario sapere se i vari personaggi come: Alfonso Pecoraro Scanio, Fausto Bertinotti, Fiorello Cortiana, sono disposti prossimamente a presentarsi presso l’ambiente accademico universitario, per vedere da vicino l’organizzazione ed il modo in cui gli Hackers lavorano per avere in futuro una società basata sulla condivisione del sapere, dove ognuno è parte integrante del sistema e tutti si possono aiutare, dove nessun contratto EULA, NDA, vieta: Il poter aiutare il prossimo…. .
Non si è isolati, si può contribuire a distribuire il codice sorgente di un programma in base ai criteri del Copyleft copia e sinistra, ma anche copia e lascia e non secondo i criteri del Copyright copia e destra, ma anche copia e diritto.
Per motivi di tempo e di spazio, questi argomenti dovrebbero essere affrontati nelle sedi opportune e non semplicemente su un giornale, venire alle riunioni che si tengono periodicamente in ogni parte di Italia.
Ad esempio l’estate passata si è tenuto l’Hackmeeting a Pisa, poi ci sono i meetings di GNU/linux a: Roma, Savona, Napoli, Grosseto….. e presso le più prestigiose univeristà italiane, ma mai una volta qualche politico si è reso partecipe di tali eventi.
L’install Fest è un giorno dedicato al supporto di coloro che non sono riusciti ad installare GNU/linux od altri sistemi operativi come GNU/Darwin, GNU/Hurd, GNU/KFreeBSD, GNU/NetBSD, GNUSTEP, FreeBSD, NetBSD, OpenBSD o non sono riusciti a risolvere qualche problema e qui intervengono persone che con un pò più di pazienza ed esperienza seguono la persona passo dopo passo.
Un raduno vero e proprio dove ognuno porta il proprio computer portatile o una ultrasparc comprata su ebay o qualche computer usato a casa o in altre realtà e su cui si vuole installare il sistema operativo che si desidera.
Il bello dei sistemi operativi liberi è che possono essere utilizzati liberamente su qualsiasi tipologia di hardware, senza esser per forza confinati al computer domestico, come invece avviene per windows.
Non si deve attendere nessuna software house che risolva quache problema insito all’interno di un software, lo si può fare da soli se si è all’altezza della situazione, ovvero facendo il bug fixing od attendere che venga reso noto anche da altri e chi è a capo di quel progetto, lo risolverà per noi, ma non per forza deve essere la medesima persona che è a capo del progetto, può essere qualsiasi persona che vuole prestare il proprio contributo.
Se fosse un software non libero ovvero un software sviluppato da qualche software house si dovrebbe attendere che risolvano il problema e bisognerebbe acquistare nuovamente il software, spendendo soldi per la validità scarsa del prodotto e per la licenza che ha costi d’incidenza del 40%.
Su una distribuzione di windows che costa 199 euro, si andrebbe a pagare in termini di licenza ben 79,60 euro.
E tutti quanti sappiamo come windows oltre ad essere confinato sui pc domestici, è un colabrodo, non si è padroni del sistema operativo che abbiamo acquistato pagando 199 euro, di cui 79,6 euro sono di licenza, ma lo si può solo usare, senza potervi apportare alcuna modifica, o poterlo condividere con qualcuno facendone delle copie o venderlo….. .
Il Software Libero invece permette di usare il codice sorgente secondo le 4 libertà della GNU General Public License ovvero:
Libertà 0: la Libertà di usare il programma a tuo piacimento e per qualsiasi scopo leggittimo.
Libertà 1: la Libertà di aiutare se stessi ovvero la Libertà di studiare il codice sorgente vedere cosa fa esattamente il programma e quindi cambiarlo per fargli fare tutto quello che vuoi.
Libertà 2: la Libertà di aiutare il tuo vicino ossia la Libertà di distribuire copie per gli altri.
Libertà 3: la Libertà di aiutare a costruire la tua Comunità ossia la Libertà di pubblicare una versione modificata così che gli altri possano beneficiare delle tue modifiche.
Tutte queste Libertà sono essenziali, se un programma offre tutte queste Libertà è un Software Libero.
Il software libero può essere venduto e ciò non limita in nessun modo l’utente, perchè le 4 libertà comunque vengono rispettate, anzi è un modo per finanziare progetti ed aprirne di nuovi, per pagare gli sviluppatori di software, le linee adsl, hdsl…
Ma la differenza fra il software libero e non libero quando lo si paga è che il software non libero non può garantirti queste 4 libertà, perchè ha un proprietario e dunque solo chi l’ha sviluppato sa cosa fa realmente quel programma, il non poter accedere al codice sorgente è un limite alla libertà d’espressione, ognuno di noi deve sapere quale compito sta svolgendo realmente, non sapere cosa fa realmente è un rischio, i dati di una pubblica amministrazione, di un ufficio, ospedale, scuola, università, centri di ricerca, potrebbero essere spiati, copiati illegalmente, trasferiti senza accorgersi di ciò.
Dunque un rischio da non correre, il software libero proprio perchè mette a nudo il codice sorgente, non può nascondere alcunchè.
E’ quanto di meglio si possa pretendere, si può insegnare ai ragazzi a programmare, ad utilizzarlo, ed esser parte di una comunità per creare le fondamenta di una società cooperante.
Quando si paga per avere del software libero o per apportarvi delle modifiche, il costo sarà comunque nettamente inferiore a quanto ci farebbe pagare qualsiasi software house ed il pagare gli sviluppatori per risolvere dei problemi all’interno del codice sorgente, comunque non è un modello improntato a far business come fa RedHat, Novell, Microsoft, Adobe, Sun MicroSystems, Apple Cupertino Inc, Macromedia ma pagare un equo contributo per avere del software è giusto, non c’è nulla di male se uno sviluppatore ci guadagni il giusto per viverci, certamente costerà molto meno di uno sviluppatore che lavora presso determinate software houses quotate in borsa.
Ci sono tanti progetti aperti (per aperti non mi riferisco ad open source) sul web ed ognuno può contribuire liberamente, ma non per forza deve avere una software house per guadagnare, si possono fare delle donazioni.
La differenza fra fare delle donazioni, pagare per avere un software non libero è un modello di vita che sicuramente si avvicina forse non proprio al comunismo, ma al socialismo.
Si è comunque liberi di pagare per avere un software libero o il non pagare per poter usare del software libero, ciò dipende da quello che ci dice la coscienza.
2)Il kernel hacking sono corsi, lezioni, gare dove ognuno mette a disposizione le proprie capacità per ottimizzare il kernel di un sistema operativo e quindi ragionare secondo una logica più vicina a quella dell’hardware per risolvere determinati problemi od ottimizzare il kernel a seconda di un determinato computer.
E anche qui andrebbero spese almeno 2 pagine per far capir bene di cosa si tratti, rifiuto di farlo perchè sul web alla voce kernel hacking di risultati prodotti ne sono disponibili molti.
3) Per quanto riguarda il wi-fi bisogna dire che in Italia è fortemente penalizzato e ciò lo si deve a Maurizio Gasparri, Landolfi e Gentiloni che hanno incasinato la materia.
Hanno applicato criteri restrittivi quali il poter trasmettere entro le mura domestiche col
wifi, ritengo ciò un affronto all’intelletto, è come dire puoi esternare il tuo libero pensiero solo dentro casa o in uffcio, scusate, ma mi sembra una stronzata… se l’art 21 della Costituzione Italiana ha valore, allora il modo in cui hanno disciplinato i ministri il wi-fi è incostituzionale, se invece ha valore quanto disciplinato dai ministri allora l’art 21 è incostituzionale.
Dunque due cose che sono disciplinate in malo modo e vediamo subito il perchè
Intanto il wi-fi nasce negli USA e i 2400 mhz sono destinati dalla FFC (la FFC è qualcosa di vagamente simile al nostro ministero delle comunicazioni) al wi-fi ed altre modalità d’emissione e servizi attribuiti.
In Italia invece i 2400 mhz erano già attribuiti e per far cassa il ministero delle comunicazioni ha penalizzato il servizio di stazione di radioamatore.
In tutto il mondo il piano di ripartizione delle frequenze è suddiviso per regioni:
Regione 2, 1, 3
L’Italia che rientra nel piano di ripartizione delle frequenze a livello Europeo quindi Regione 1, non ha rispettitato l’assegnazione del piano di ripartizione delle frequenze.
Tanto per fare un esempio:
il wi-fi parte da 2412 a 2483 mhz con la seguente canlizzazione:
CHANNEL 01) 2412 MHZ CHANNEL 02) 2417 MHZ
CHANNEL 03) 2422 MHZ CHANNEL 04) 2427 MHZ
CHANNEL 05) 2432 MHZ CHANNEL 06) 2437 MHZ
CHANNEL 07) 2442 MHZ CHANNEL 08) 2447 MHZ
CHANNEL 09) 2452 MHZ CHANNEL 10) 2457 MHZ
CHANNEL 11) 2462 MHZ CHANNEL 12) 2467 MHZ
CHANNEL 13) 2472 MHZ CHANNEL 14) 2477 MHZ
CHANNEL 15) 2482 MHZ CHANNEL 16) 2483 MHZ
Il servizio di stazione di radioamamtore è assegnato in Europa così come in Italia da 2400 a 2440 e da 2440 a 2450 Mhz, ciò significa che il wi-fi non potrebbe essere utilizzato, perchè sui trasmettitori a 2400 Mhz abbiamo un vco che ci permette di spotarci verso tutto il range che va da 2400 a 2450 mhz, ma per rendere la cosa più semplice da capire, se avessimo una canalizzazione di 5 mhz fra un canale e l’altro si prospetterebbe la seguente situazione:
CHANNEL 01) 2405.0 MHZ CHANNEL 02) 2410.0 MHZ
CHANNEL 03) 2415.0 MHZ CHANNEL 04) 2420.0 MHZ
CHANNEL 05) 2425.0 MHZ CHANNEL 06) 2430.0 MHZ
CHANNEL 07) 2435.0 MHZ CHANNEL 08) 2440.0 MHZ
CHANNEL 09) 2445.0 MHZ CHANNEL 10) 2450.0 MHZ
E’ ovvio che sia nell’assegnazione wi-fi che in quella radioamatoriale, sono stati omessi i khz esempio 2.5, 5, 10, 12.5, 25, 50, 100 e dunque un sacrificio di tal genere sarebbe una forma di rispetto verso coloro che hanno una frequenza assegnata in tutta Europa, ma il ministero delle comunicazioni non vuol sentir ragioni, bisognerebbe ritirare dal mercato tutti quelli venduti e limitarli, partendo dal canale 11 del wi-fi dunque si potrebbero usare solo da 2462 a 2483 mhz.
CHANNEL 01) 2462.0 MHZ CHANNEL 02) 2467.0 MHZ
CHANNEL 03) 2472.0 MHZ CHANNEL 04) 2477.0 MHZ
CHANNEL 05) 2482.0 MHZ CHANNEL 06) 2483.0 MHZ
Oppure sbloccando gli apparati wifi su tale larghezza di banda si potrebbe coprire da 2460 a 2483 Mhz.
Praticamente 24 canali contro i 6 assegnati.
540 MBIT/SEC dato che su ogni canale viaggiano almeno 22.5 MBIT/SEC contro i 22.5 x 6 = 135 MBIT/SEC
CHANNEL 01) 2460.0 MHZ CHANNEL 02) 2461.0 MHZ CHANNEL 03) 2462.0 MHZ CHANNEL 04) 2463.0 MHZ
CHANNEL 05) 2464.0 MHZ CHANNEL 06) 2465.0 MHZ CHANNEL 07) 2466.0 MHZ CHANNEL 08) 2467.0 MHZ
CHANNEL 09) 2468.0 MHZ CHANNEL 10) 2469.0 MHZ CHANNEL 11) 2470.0 MHZ CHANNEL 12) 2471.0 MHZ
CHANNEL 13) 2472.0 MHZ CHANNEL 14) 2473.0 MHZ CHANNEL 15) 2474.0 MHZ CHANNEL 16) 2475.0 MHZ
CHANNEL 17) 2476.0 MHZ CHANNEL 18) 2477.0 MHZ CHANNEL 19) 2478.0 MHZ CHANNEL 20) 2479.0 MHZ
CHANNEL 21) 2480.0 MHZ CHANNEL 22) 2481.0 MHZ CHANNEL 23) 2482.0 MHZ CHANNEL 24) 2483.0 MHZ
ma significherebbe che sono stati commessi degli errori nell’attribuire le frequenze e nessuno vuol perderci la faccia, è molto più facile scaricare la colpa sugli utenti finali.
Se chi usa il wi-fi si trovasse nelle vicinanze di una stazione radioamatoriale, pregiudicherebbe la trasmissione in fonia del radioamatore e qualora il radioamatore fosse stanco di sopportare tale situazione potrebbe fare denuncia ed il ministero delle comunicazioni si dovrebbe attivare per cercare la fonte del disturbo.
Una volta trovata la fonte del disturbo suonano a casa, entrano e mettono i siggilli e poi tutto l’iter giudiziario.
Ho avuto anche discussioni con docenti di telecomunicazioni che dicevano data la bassa potenza in uso ovvero 100, 200, 300 millesimi di watt, è molto difficile che si verifichi tale evento all’interno di una città.
Ritengo che dentro ad una città come Roma, è più facile che si manifestino dei disturbi provenienti da tutti quei dispositivi che emettono un proprio campo elettromagnetico.
In un paese il campo elettromagnetico comunque non può avere valori impressioanti come in una città , comunque molto dipende dalle abitudini delle persone e dai dispositivi che hanno nelle loro abitazioni.
La normativa sul wi-fi parla chiaro, e dice che se la potenza di un dispositivo in uso è di 10 millesimi di watt, allora si ha diritto ad applicare un’antenna esterna che abbia un massimo guadagno di 20 db isotropici, ma nonostante la normativa, anche quelli che hanno 100, 200, 300 millesimi di watt applicano antenne esterne e li mettono sul tetto del condominio per creare delle reti wireless.
Io non ci vedo nulla di male nell’usare delle antenne esterne per fare delle reti wireless, che permettano a chiunque di usare una rete locale per sperimentazione dei protocolli di comunicazione e navigazione su internet.
Ma la normativa vuole che se si attraversa un’area privata, e si finisca in un fondo pubblico, interconnettendo reti pubbliche e private, si deve chiedere l’autorizzazione al ministero delle comunicazioni.
Come già esposto ritengo ciò una violazione della libertà d’espressione, più che un articolo di legge mi sembra l'applicazione di una direttiva FASCITA che solo Maurizio Gasparri poteva introdurre nel decreto GASPARRI, non a caso Maurizio Gasparri è di Alleanza Nazionale ex partito di dottrina FASCISTA, ed inoltre era nel governo Berlusconi.
Posso inoltre dire che tali limitazioni sono una violazione della Carta dei Diritti dell’Uomo, una violazione della Costituzione Italiana Art.21 e art 447 del 2001 in ambito di Radiocomunicazioni.
Silvio Berlusconi è la brutta copia di Benito Mussolini e le leggi fascistissime sul digitale terrestre le ha fatte Maurizio Gasparri. Sabina Guzzanti sollevò con RaiOt il caso del digitale terrestre DVB-T e sia la maggioranza che l’oppsizione si unirono, dandole torto, ma dopo che fu trascinata in tribunale da Cesare Previti, il giudice la assolse dicendo che tutto quello che diceva la Sabina guzzanti corrispondeva a verità ed erano notizie già rese note.
Comunque riprendendo il discorso sul wi-fi almeno dove non c’è alcuna applicazione commerciale, ma di sola sperimentazione e dunque uso no-profit ritengo sia giusto dare la possibilità di creare reti wireless.
Il bello è che mentre si sta cercando ancora di applicare il wi-max, ora stanno correndo ai ripari col wi-fi, perchè Maurizio Gasparri disse che avrebbe avuto poco successo ed un percorso di interconnessione limitato.
Nel resto del mondo si e’ arrivati a 500 Km di distanza fra un punto e l’altro col wi-fi, mentre in Italia si parla di 305, 310 Km.
Ed ora i gestori telefonici cercano di venderlo, ma come si puo’ vendere qualcosa che è libero ?
E’ libera anche la sperimentazione, dunque non si può vendere, tanto che TIM rinunciò a vendere il wi-fi perchè lo riteneva poco sicuro.
Venissero a vedere le realtà dei gruppi che conosco io e come lavorano sul wi-fi un intero team di sviluppo che collabora con altri personaggi in altre parti del mondo e che hanno fatto del
wi-fi un modo di trasmissione sicuro senza doversi porre problemi di accounts, passwords, logs, mac addresses, ciò che si trasferisce….
Andrebbero fatte meno leggi restrittive e far esaminare le cose da persone competenti in materia, che nulla hanno a che spartire con le multinazionali, che non interagiscano con sistemi operativi tipo windows, mac os classic, mac os x….
E’ ovvio che se hai windows hai bisogno di controllare tutto cio’ che avviene, ma con i sistemi operativi di tipologia UNIX-like, consolidati da ben 4142 anni, quali problemi vuoi incontrare nelle trasmissioni se sono nati principalmente come sistemi operativi per l’ambito server ?
La sicurezza con windows ? è troppo instabile, insicuro, bucabile….. e troppo giovane.
E poi come è già successo in Cina è stata scoperta una *.dll ComToolKit.dll che spia ogni cosa si faccia, inoltre ogni volta che si usa windows media player, sanno benissimo cosa si sta guardando e questa sarebbe la sicurezza ? La privacy?
Ma per favore, leviamoci di testa windows e mac os x.
Per qunto mi riguarda io se dovessi attendere la Sinistra Arcobaleno che faccia applicare il
wi-fi, wi-max, il software libero nella pubblica amministrazione, starei ancora ad aspettare.
Forse vincerà o non vincerà la sinistra arcobaleno ma non è importante, ai fini lavorativi io uso GNU/linux Debian dal 2002 e in diverse occasioni ho chiesto a persone vicine all’ex ministro all’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, se fosse stato disposto ad aprire l’evento del JavaDay 1 Dicembre 2007 a Via della Vasca Navale presso La Sapienza “Roma3″.
Non sono mai stato raggiunto da una risposta ne affermativa, ne negativa, ma la cosa più dolente è che non solo non ha aperto l’evento, ma lui che a Primo Piano disse che era a favore del Software Libero, non si è mai fatto vedere in nessuna occasione presso le Università Italiane, così come Antonio Di Pietro dell’Italia dei Valori, che firma a favore del Software Libero e poi scompare nel nulla, lo stesso dicasi per Beatrice Magnolfi.
Per non parlare di Fabio Mussi che prima era nei DS, poi nella Sinistra Democratica ed infine con la Sinistra Arcobaleno.
Proprio lui assieme a Nicolais…. ha fatto avere a Microsoft un contributo a fondo perduto di 8.835.400 euro per l’informatizzazione del centro universitario di Trento.
Trento è solo sulla carta Italiano, poi è una regione a statuto speciale, dunque perchè i contributi li deve dare Roma LADRONA ?
Perchè poi dobbiamo regalare alla Microsoft somme di oltre 200 milioni di euro ?
Forse si sara impoverita con tutte le multe che deve pagare ?
Una volta per sempre si chiede di metter fine a questo continuo sperpero del denaro dei contribuenti, che, nel 90% dei casi, finisce nelle mani di microsoft e le sue partnerships.
Con l’ultima finanziaria 2007, sono stati destinati al Centro di Trento, ben 8.835.400,00 euro da elargire durante il 2007, 2008, 2009.
Si chiede pertanto di bloccare tale erogazione di fondi, sottolineo inoltre, che per il software libero erano stati destinati ben 10.000.000 di euro, non 1 centesimo di euro è stato erogato, nonostante la finanziaria 2007 lo prevedesse.
La finanziaria di fine anno 2007 parla da se:
contributo per la realizzazione dei progetti per la società dell’informazione
art. 1, c. 892
Al fine di estendere e sostenere in tutto il territorio nazionale la realizzazione di progetti per la società dell’informazione, è autorizzata una spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
Con decreto di natura non regolamentare, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali per gli interventi relativi alle regioni e agli enti locali, individua le azioni da
realizzare sul territorio nazionale, le aree destinatarie della sperimentazione e le modalità operative e di gestione di tali progetti.
Priorità dei progetti da finanziare
art. 1, c. 895
Nella valutazione dei progetti da finanziare, di cui al comma 892, è data priorità a quelli che utilizzano o sviluppano applicazioni software a codice aperto.
I codici sorgente, gli eseguibili e la documentazione dei softwares sviluppati sono mantenuti in un ambiente di sviluppo cooperativo, situato in un web individuato dal Ministero per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione al fine di poter essere visibili e riutilizzabili.
Si è sempre detto di voler usare il software libero in Italia perchè crea: condivisione del sapere, libero scambio del software, forma mentis, sviluppo software, posti di lavoro.
Cio’ permette di risparmiare ed usare in modo migliore i fondi dell’Unione Europea e del Governo Italiano.
Si preferisce però sperperare e a tal proposito, il Centro di Trento, è un esempio di erogazione di fondi non tassati, destinati a Microsoft (una multinazionale che la fa da padrone in tutto il mondo, pensando di poter imporre il suo sistema capitalistico ovunque).
Le tasche dello Stato Italiano sono vuote, ma gli ultimi governi si sono dati molto da fare, per finanziare Softwares Non Liberi costringendo così la Pubblica Amm.ne a rinnovarsi continuamente.
Con il gettito di fondi che si regalano alle software e/o hardware houses: microsoft, ibm-nazista, sun microsystems, apple cupertino.inc, adobe, macromedia….. si potrebbero: ammodernare le scuole, università , centri di ricerca, acquedotti, sistemare le strade, illuminazione stradale, raccolta differenziata dei rifiuti, acquisti di centrali elettriche che eroghino energia solare … si possono formare docenti sul software libero ed il riuso dell’hardware, finanziare progetti noprofit, sperimentazione sul wi-fi e wi-max portati avanti da singoli o teams che cooperano, sviluppano, e che operano nell’illegalità, a causa di una legge che limita la libertà d’espressione.
Si chiede dunque di prendere contatto con tutti quei singoli e gruppi che lavorano no-profit, per lo sviluppo delle reti wi-fi, wi-max, studio protocolli di trasmissione …. al semplice uso di sperimentazione ed integrazione con sistemi operativi liberi quali GNU/linux, GNU/Dawin, GNU/HURD, GNU/KFreeBSD, GNU/NetBSD, GNUSTEP, FreeBSD, NetBSD, OpenBSD e di coinvolgerli nella formazione studentesca ed universitaria, provvedendo a finanziarli con equi contributi tali da poter portare avanti le sperimentazioni e potersi sostenere economicamente mese dopo mese, sia che si abbia a che fare con Diplomati, Laureati che lavorino o non lavorino nell’ambiente universitario e/o che collaborano per tali scopi.
Si chiede dunque che l’attuale rete che funziona su IPv4, in un prossimo futuro e non troppo lontano, possa rimanere in mano a persone che hanno a cuore l’uso dei sistemi operativi software libero e l’integrazione con le reti wi-fi e wi-max.
Consentire che si possano creare reti wi-fi Mesh, che porterebbero uno svecchiamento nell’ordinamento delle radiocomunicazioni e consentirebbe di estendere la portata fra un nodo e l’altro, permettendo al wi-fi di raggiungere lunghe distanze ed un coinvolgimento degli hackers in un progetto che sa di buono e che darebbe ampie possibilità.
Lo studio e l’applicazione, hanno consentito ad alcuni hackers di poter lavorare a progetti no-profit ed esser pagati per il lavoro che amano svolgere quotidianamente.
Inoltre coinvolgerebbe tanti utenti ad usare il wi-fi, visto che le attuali ADSL, HDSL, ed il wi-fi erogato dagli WISP, non lo regalano, anzi lo fanno pagare profumatamente, offrendo un servizio che non è dei migliori.
Coinvolgere gli utenti vuol dire allargare la rete e renderli partecipi di ogni iniziativa che vien pubblicata nelle MAILING LISTS.
Si chiede che la maggior parte delle aziende ITALIANE od estere in territorio ITALIANO, si spostino da IPv4 a IPv6, alleggerendo la rete e consentendo così di riutilizzare molti IP’s, che molte aziende non usano più.
Ciò significherebbe che Internet potrebbe avere qualche anno in più di vita e non semplicemente 2 a partire dal 2009.
Le società che vorrebbero essere coinvolte nei progetti sono le benvenute e dunque potrebbero rimanere su IPv4.
Tuttociò che non ha a che fare con la sperimentazione, dunque pornografia, suonerie, immagini, filmati, musica, potrebbero usare IPV6.
Altra cosa che si chiede è l’adozione non solo del software libero, ma anche dei formati liberi, eliminado così alla fonte tutti quei problemi legati anche alla pirateria.
Normalmente vengono impiegati formati come :aiff, au, avi, mov, waw, wmv, mpg, mpeg, mp3, jpeg, jpg, gif, bmp, exe, bat, quando si potrebbero usare per l’audio Ogg, per il video Ogv e per le immagini il formato png.
Iniziando a mettere al bando su internet tutti i formati sopra elencati, ed adottando solo i formati liberi, riuscireste a combattere la pirateria che nuoce alle software houses ed al tempo stesso alla nostra società, dove ogni persona deve rendersi conto che è parte della società in cui vive e se delinque, mette a rischio la libertà di tutti noi, perchè le multinazionali non vedono l’ora di potersi scagliare contro qualcuno perchè hanno violato il copyright.
Se invece i ragazzi si alfabetizzassero ed iniziassero ad usare il software libero, non dovrebbero piratare alcunchè e se tutti si comportassero in tal modo, le software houses si ritroverebbero con le merci invendute per i costi che praticano.
Ciò sarebbe la dimostrazione anche che la gente non ha bisogno di piratare per aver del buon software.
ad esempio OpenOffice è Software Libero, ed rilasciato con la GNU Lessler General Public Licensee funziona sia sui sistemi Unix-like che su windows, eppure molta gente continua a piratare office, quando ha openoffice. se hai una connessione adsl, puoi scaricarti openoffice senza commettere alcun reato, perchè i termini di licenza lo prevedono, al contrario molta gente sta in questi giorni cercando windows 7 sui sistemi di file sharing.
I sistemi di comunicazione amule, gnutella, emule, napster, p2p, tor, torrent sono uno dei tanti mezzi con cui si effettua il trasferimento del software, è ciò che si trova su questi sistemi è coperto da copyright.
I mezzi di comunicazione non sono colpevoli di nulla, sono colpevoli coloro che usano questi mezzi per scaricare software coperto da copyright, anzichè dal copyleft.
Oggetto: Programma elettorale Sinistra Arcobaleno
La sinistra arcobaleno diceva:
Ieri 10 Aprile 2008 sono andato a Piazza Navona a Roma ad ascoltare Fausto Bertinotti, a parte tante risate, vorrei sapere se il Programma elettorale della Sinistra Arcobaleno verrà rispettato in toto, qualora avesse i voti o se succederà come con il governo Prodi, dove nessun punto è stato rispettato.
A partire dal punto 88 liberare il web
Agli informatici che si sono opposti alla brevettabilità dei linguaggi imposti dalla microsoft, hanno sperimentato e prodotto l’uso condiviso e a volte gratuito, a volte attraverso la logica Open source.
Noi proponiamo di far migrare i sistemi informatici della Pubblica Amministrazione verso l’Open source, garantendo un risparmio di oltre 3 miliardi di euro l’anno, una più efficiente organizzazione e la rinascita di un’industria informatica nazionale.
Proponiamo una corsia privilegiata ai comuni per offrire ai cittadini connettività gratutita, attraverso hot spots nelle strade, nelle piazze e nei parchi della città e ai cittadini servizi gratutiti di accesso attraverso il WiMax per tutte le applicazioni a banda larga non a pagamento.
Questo è quanto la Sinistra Arcobaleno si prefigge come scopo, ma sinceramente lo ritengo una bozza programmatica e non una cosa completa da poter essere applicata, per ovvi motivi:
1)Tutta la classe politica non si è mai presentata a nessun Install Fest, Hack Meeting, corsi di Kernel Hacking, meetings di Telecomunicazioni (Tlc) sul wifi.
Dunque prima di presentarsi al voto è necessario sapere se i vari personaggi come: Alfonso Pecoraro Scanio, Fausto Bertinotti, Fiorello Cortiana, sono disposti prossimamente a presentarsi presso l’ambiente accademico universitario, per vedere da vicino l’organizzazione ed il modo in cui gli Hackers lavorano per avere in futuro una società basata sulla condivisione del sapere, dove ognuno è parte integrante del sistema e tutti si possono aiutare, dove nessun contratto EULA, NDA, vieta: Il poter aiutare il prossimo…. .
Non si è isolati, si può contribuire a distribuire il codice sorgente di un programma in base ai criteri del Copyleft copia e sinistra, ma anche copia e lascia e non secondo i criteri del Copyright copia e destra, ma anche copia e diritto.
Per motivi di tempo e di spazio, questi argomenti dovrebbero essere affrontati nelle sedi opportune e non semplicemente su un giornale, venire alle riunioni che si tengono periodicamente in ogni parte di Italia.
Ad esempio l’estate passata si è tenuto l’Hackmeeting a Pisa, poi ci sono i meetings di GNU/linux a: Roma, Savona, Napoli, Grosseto….. e presso le più prestigiose univeristà italiane, ma mai una volta qualche politico si è reso partecipe di tali eventi.
L’install Fest è un giorno dedicato al supporto di coloro che non sono riusciti ad installare GNU/linux od altri sistemi operativi come GNU/Darwin, GNU/Hurd, GNU/KFreeBSD, GNU/NetBSD, GNUSTEP, FreeBSD, NetBSD, OpenBSD o non sono riusciti a risolvere qualche problema e qui intervengono persone che con un pò più di pazienza ed esperienza seguono la persona passo dopo passo.
Un raduno vero e proprio dove ognuno porta il proprio computer portatile o una ultrasparc comprata su ebay o qualche computer usato a casa o in altre realtà e su cui si vuole installare il sistema operativo che si desidera.
Il bello dei sistemi operativi liberi è che possono essere utilizzati liberamente su qualsiasi tipologia di hardware, senza esser per forza confinati al computer domestico, come invece avviene per windows.
Non si deve attendere nessuna software house che risolva quache problema insito all’interno di un software, lo si può fare da soli se si è all’altezza della situazione, ovvero facendo il bug fixing od attendere che venga reso noto anche da altri e chi è a capo di quel progetto, lo risolverà per noi, ma non per forza deve essere la medesima persona che è a capo del progetto, può essere qualsiasi persona che vuole prestare il proprio contributo.
Se fosse un software non libero ovvero un software sviluppato da qualche software house si dovrebbe attendere che risolvano il problema e bisognerebbe acquistare nuovamente il software, spendendo soldi per la validità scarsa del prodotto e per la licenza che ha costi d’incidenza del 40%.
Su una distribuzione di windows che costa 199 euro, si andrebbe a pagare in termini di licenza ben 79,60 euro.
E tutti quanti sappiamo come windows oltre ad essere confinato sui pc domestici, è un colabrodo, non si è padroni del sistema operativo che abbiamo acquistato pagando 199 euro, di cui 79,6 euro sono di licenza, ma lo si può solo usare, senza potervi apportare alcuna modifica, o poterlo condividere con qualcuno facendone delle copie o venderlo….. .
Il Software Libero invece permette di usare il codice sorgente secondo le 4 libertà della GNU General Public License ovvero:
Libertà 0: la Libertà di usare il programma a tuo piacimento e per qualsiasi scopo leggittimo.
Libertà 1: la Libertà di aiutare se stessi ovvero la Libertà di studiare il codice sorgente vedere cosa fa esattamente il programma e quindi cambiarlo per fargli fare tutto quello che vuoi.
Libertà 2: la Libertà di aiutare il tuo vicino ossia la Libertà di distribuire copie per gli altri.
Libertà 3: la Libertà di aiutare a costruire la tua Comunità ossia la Libertà di pubblicare una versione modificata così che gli altri possano beneficiare delle tue modifiche.
Tutte queste Libertà sono essenziali, se un programma offre tutte queste Libertà è un Software Libero.
Il software libero può essere venduto e ciò non limita in nessun modo l’utente, perchè le 4 libertà comunque vengono rispettate, anzi è un modo per finanziare progetti ed aprirne di nuovi, per pagare gli sviluppatori di software, le linee adsl, hdsl…
Ma la differenza fra il software libero e non libero quando lo si paga è che il software non libero non può garantirti queste 4 libertà, perchè ha un proprietario e dunque solo chi l’ha sviluppato sa cosa fa realmente quel programma, il non poter accedere al codice sorgente è un limite alla libertà d’espressione, ognuno di noi deve sapere quale compito sta svolgendo realmente, non sapere cosa fa realmente è un rischio, i dati di una pubblica amministrazione, di un ufficio, ospedale, scuola, università, centri di ricerca, potrebbero essere spiati, copiati illegalmente, trasferiti senza accorgersi di ciò.
Dunque un rischio da non correre, il software libero proprio perchè mette a nudo il codice sorgente, non può nascondere alcunchè.
E’ quanto di meglio si possa pretendere, si può insegnare ai ragazzi a programmare, ad utilizzarlo, ed esser parte di una comunità per creare le fondamenta di una società cooperante.
Quando si paga per avere del software libero o per apportarvi delle modifiche, il costo sarà comunque nettamente inferiore a quanto ci farebbe pagare qualsiasi software house ed il pagare gli sviluppatori per risolvere dei problemi all’interno del codice sorgente, comunque non è un modello improntato a far business come fa RedHat, Novell, Microsoft, Adobe, Sun MicroSystems, Apple Cupertino Inc, Macromedia ma pagare un equo contributo per avere del software è giusto, non c’è nulla di male se uno sviluppatore ci guadagni il giusto per viverci, certamente costerà molto meno di uno sviluppatore che lavora presso determinate software houses quotate in borsa.
Ci sono tanti progetti aperti (per aperti non mi riferisco ad open source) sul web ed ognuno può contribuire liberamente, ma non per forza deve avere una software house per guadagnare, si possono fare delle donazioni.
La differenza fra fare delle donazioni, pagare per avere un software non libero è un modello di vita che sicuramente si avvicina forse non proprio al comunismo, ma al socialismo.
Si è comunque liberi di pagare per avere un software libero o il non pagare per poter usare del software libero, ciò dipende da quello che ci dice la coscienza.
2)Il kernel hacking sono corsi, lezioni, gare dove ognuno mette a disposizione le proprie capacità per ottimizzare il kernel di un sistema operativo e quindi ragionare secondo una logica più vicina a quella dell’hardware per risolvere determinati problemi od ottimizzare il kernel a seconda di un determinato computer.
E anche qui andrebbero spese almeno 2 pagine per far capir bene di cosa si tratti, rifiuto di farlo perchè sul web alla voce kernel hacking di risultati prodotti ne sono disponibili molti.
3) Per quanto riguarda il wi-fi bisogna dire che in Italia è fortemente penalizzato e ciò lo si deve a Maurizio Gasparri, Landolfi e Gentiloni che hanno incasinato la materia.
Hanno applicato criteri restrittivi quali il poter trasmettere entro le mura domestiche col
wifi, ritengo ciò un affronto all’intelletto, è come dire puoi esternare il tuo libero pensiero solo dentro casa o in uffcio, scusate, ma mi sembra una stronzata… se l’art 21 della Costituzione Italiana ha valore, allora il modo in cui hanno disciplinato i ministri il wi-fi è incostituzionale, se invece ha valore quanto disciplinato dai ministri allora l’art 21 è incostituzionale.
Dunque due cose che sono disciplinate in malo modo e vediamo subito il perchè
Intanto il wi-fi nasce negli USA e i 2400 mhz sono destinati dalla FFC (la FFC è qualcosa di vagamente simile al nostro ministero delle comunicazioni) al wi-fi ed altre modalità d’emissione e servizi attribuiti.
In Italia invece i 2400 mhz erano già attribuiti e per far cassa il ministero delle comunicazioni ha penalizzato il servizio di stazione di radioamatore.
In tutto il mondo il piano di ripartizione delle frequenze è suddiviso per regioni:
Regione 2, 1, 3
L’Italia che rientra nel piano di ripartizione delle frequenze a livello Europeo quindi Regione 1, non ha rispettitato l’assegnazione del piano di ripartizione delle frequenze.
Tanto per fare un esempio:
il wi-fi parte da 2412 a 2483 mhz con la seguente canlizzazione:
CHANNEL 01) 2412 MHZ CHANNEL 02) 2417 MHZ
CHANNEL 03) 2422 MHZ CHANNEL 04) 2427 MHZ
CHANNEL 05) 2432 MHZ CHANNEL 06) 2437 MHZ
CHANNEL 07) 2442 MHZ CHANNEL 08) 2447 MHZ
CHANNEL 09) 2452 MHZ CHANNEL 10) 2457 MHZ
CHANNEL 11) 2462 MHZ CHANNEL 12) 2467 MHZ
CHANNEL 13) 2472 MHZ CHANNEL 14) 2477 MHZ
CHANNEL 15) 2482 MHZ CHANNEL 16) 2483 MHZ
Il servizio di stazione di radioamamtore è assegnato in Europa così come in Italia da 2400 a 2440 e da 2440 a 2450 Mhz, ciò significa che il wi-fi non potrebbe essere utilizzato, perchè sui trasmettitori a 2400 Mhz abbiamo un vco che ci permette di spotarci verso tutto il range che va da 2400 a 2450 mhz, ma per rendere la cosa più semplice da capire, se avessimo una canalizzazione di 5 mhz fra un canale e l’altro si prospetterebbe la seguente situazione:
CHANNEL 01) 2405.0 MHZ CHANNEL 02) 2410.0 MHZ
CHANNEL 03) 2415.0 MHZ CHANNEL 04) 2420.0 MHZ
CHANNEL 05) 2425.0 MHZ CHANNEL 06) 2430.0 MHZ
CHANNEL 07) 2435.0 MHZ CHANNEL 08) 2440.0 MHZ
CHANNEL 09) 2445.0 MHZ CHANNEL 10) 2450.0 MHZ
E’ ovvio che sia nell’assegnazione wi-fi che in quella radioamatoriale, sono stati omessi i khz esempio 2.5, 5, 10, 12.5, 25, 50, 100 e dunque un sacrificio di tal genere sarebbe una forma di rispetto verso coloro che hanno una frequenza assegnata in tutta Europa, ma il ministero delle comunicazioni non vuol sentir ragioni, bisognerebbe ritirare dal mercato tutti quelli venduti e limitarli, partendo dal canale 11 del wi-fi dunque si potrebbero usare solo da 2462 a 2483 mhz.
CHANNEL 01) 2462.0 MHZ CHANNEL 02) 2467.0 MHZ
CHANNEL 03) 2472.0 MHZ CHANNEL 04) 2477.0 MHZ
CHANNEL 05) 2482.0 MHZ CHANNEL 06) 2483.0 MHZ
Oppure sbloccando gli apparati wifi su tale larghezza di banda si potrebbe coprire da 2460 a 2483 Mhz.
Praticamente 24 canali contro i 6 assegnati.
540 MBIT/SEC dato che su ogni canale viaggiano almeno 22.5 MBIT/SEC contro i 22.5 x 6 = 135 MBIT/SEC
CHANNEL 01) 2460.0 MHZ CHANNEL 02) 2461.0 MHZ CHANNEL 03) 2462.0 MHZ CHANNEL 04) 2463.0 MHZ
CHANNEL 05) 2464.0 MHZ CHANNEL 06) 2465.0 MHZ CHANNEL 07) 2466.0 MHZ CHANNEL 08) 2467.0 MHZ
CHANNEL 09) 2468.0 MHZ CHANNEL 10) 2469.0 MHZ CHANNEL 11) 2470.0 MHZ CHANNEL 12) 2471.0 MHZ
CHANNEL 13) 2472.0 MHZ CHANNEL 14) 2473.0 MHZ CHANNEL 15) 2474.0 MHZ CHANNEL 16) 2475.0 MHZ
CHANNEL 17) 2476.0 MHZ CHANNEL 18) 2477.0 MHZ CHANNEL 19) 2478.0 MHZ CHANNEL 20) 2479.0 MHZ
CHANNEL 21) 2480.0 MHZ CHANNEL 22) 2481.0 MHZ CHANNEL 23) 2482.0 MHZ CHANNEL 24) 2483.0 MHZ
ma significherebbe che sono stati commessi degli errori nell’attribuire le frequenze e nessuno vuol perderci la faccia, è molto più facile scaricare la colpa sugli utenti finali.
Se chi usa il wi-fi si trovasse nelle vicinanze di una stazione radioamatoriale, pregiudicherebbe la trasmissione in fonia del radioamatore e qualora il radioamatore fosse stanco di sopportare tale situazione potrebbe fare denuncia ed il ministero delle comunicazioni si dovrebbe attivare per cercare la fonte del disturbo.
Una volta trovata la fonte del disturbo suonano a casa, entrano e mettono i siggilli e poi tutto l’iter giudiziario.
Ho avuto anche discussioni con docenti di telecomunicazioni che dicevano data la bassa potenza in uso ovvero 100, 200, 300 millesimi di watt, è molto difficile che si verifichi tale evento all’interno di una città.
Ritengo che dentro ad una città come Roma, è più facile che si manifestino dei disturbi provenienti da tutti quei dispositivi che emettono un proprio campo elettromagnetico.
In un paese il campo elettromagnetico comunque non può avere valori impressioanti come in una città , comunque molto dipende dalle abitudini delle persone e dai dispositivi che hanno nelle loro abitazioni.
La normativa sul wi-fi parla chiaro, e dice che se la potenza di un dispositivo in uso è di 10 millesimi di watt, allora si ha diritto ad applicare un’antenna esterna che abbia un massimo guadagno di 20 db isotropici, ma nonostante la normativa, anche quelli che hanno 100, 200, 300 millesimi di watt applicano antenne esterne e li mettono sul tetto del condominio per creare delle reti wireless.
Io non ci vedo nulla di male nell’usare delle antenne esterne per fare delle reti wireless, che permettano a chiunque di usare una rete locale per sperimentazione dei protocolli di comunicazione e navigazione su internet.
Ma la normativa vuole che se si attraversa un’area privata, e si finisca in un fondo pubblico, interconnettendo reti pubbliche e private, si deve chiedere l’autorizzazione al ministero delle comunicazioni.
Come già esposto ritengo ciò una violazione della libertà d’espressione, più che un articolo di legge mi sembra l'applicazione di una direttiva FASCITA che solo Maurizio Gasparri poteva introdurre nel decreto GASPARRI, non a caso Maurizio Gasparri è di Alleanza Nazionale ex partito di dottrina FASCISTA, ed inoltre era nel governo Berlusconi.
Posso inoltre dire che tali limitazioni sono una violazione della Carta dei Diritti dell’Uomo, una violazione della Costituzione Italiana Art.21 e art 447 del 2001 in ambito di Radiocomunicazioni.
Silvio Berlusconi è la brutta copia di Benito Mussolini e le leggi fascistissime sul digitale terrestre le ha fatte Maurizio Gasparri. Sabina Guzzanti sollevò con RaiOt il caso del digitale terrestre DVB-T e sia la maggioranza che l’oppsizione si unirono, dandole torto, ma dopo che fu trascinata in tribunale da Cesare Previti, il giudice la assolse dicendo che tutto quello che diceva la Sabina guzzanti corrispondeva a verità ed erano notizie già rese note.
Comunque riprendendo il discorso sul wi-fi almeno dove non c’è alcuna applicazione commerciale, ma di sola sperimentazione e dunque uso no-profit ritengo sia giusto dare la possibilità di creare reti wireless.
Il bello è che mentre si sta cercando ancora di applicare il wi-max, ora stanno correndo ai ripari col wi-fi, perchè Maurizio Gasparri disse che avrebbe avuto poco successo ed un percorso di interconnessione limitato.
Nel resto del mondo si e’ arrivati a 500 Km di distanza fra un punto e l’altro col wi-fi, mentre in Italia si parla di 305, 310 Km.
Ed ora i gestori telefonici cercano di venderlo, ma come si puo’ vendere qualcosa che è libero ?
E’ libera anche la sperimentazione, dunque non si può vendere, tanto che TIM rinunciò a vendere il wi-fi perchè lo riteneva poco sicuro.
Venissero a vedere le realtà dei gruppi che conosco io e come lavorano sul wi-fi un intero team di sviluppo che collabora con altri personaggi in altre parti del mondo e che hanno fatto del
wi-fi un modo di trasmissione sicuro senza doversi porre problemi di accounts, passwords, logs, mac addresses, ciò che si trasferisce….
Andrebbero fatte meno leggi restrittive e far esaminare le cose da persone competenti in materia, che nulla hanno a che spartire con le multinazionali, che non interagiscano con sistemi operativi tipo windows, mac os classic, mac os x….
E’ ovvio che se hai windows hai bisogno di controllare tutto cio’ che avviene, ma con i sistemi operativi di tipologia UNIX-like, consolidati da ben 4142 anni, quali problemi vuoi incontrare nelle trasmissioni se sono nati principalmente come sistemi operativi per l’ambito server ?
La sicurezza con windows ? è troppo instabile, insicuro, bucabile….. e troppo giovane.
E poi come è già successo in Cina è stata scoperta una *.dll ComToolKit.dll che spia ogni cosa si faccia, inoltre ogni volta che si usa windows media player, sanno benissimo cosa si sta guardando e questa sarebbe la sicurezza ? La privacy?
Ma per favore, leviamoci di testa windows e mac os x.
Per qunto mi riguarda io se dovessi attendere la Sinistra Arcobaleno che faccia applicare il
wi-fi, wi-max, il software libero nella pubblica amministrazione, starei ancora ad aspettare.
Forse vincerà o non vincerà la sinistra arcobaleno ma non è importante, ai fini lavorativi io uso GNU/linux Debian dal 2002 e in diverse occasioni ho chiesto a persone vicine all’ex ministro all’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, se fosse stato disposto ad aprire l’evento del JavaDay 1 Dicembre 2007 a Via della Vasca Navale presso La Sapienza “Roma3″.
Non sono mai stato raggiunto da una risposta ne affermativa, ne negativa, ma la cosa più dolente è che non solo non ha aperto l’evento, ma lui che a Primo Piano disse che era a favore del Software Libero, non si è mai fatto vedere in nessuna occasione presso le Università Italiane, così come Antonio Di Pietro dell’Italia dei Valori, che firma a favore del Software Libero e poi scompare nel nulla, lo stesso dicasi per Beatrice Magnolfi.
Per non parlare di Fabio Mussi che prima era nei DS, poi nella Sinistra Democratica ed infine con la Sinistra Arcobaleno.
Proprio lui assieme a Nicolais…. ha fatto avere a Microsoft un contributo a fondo perduto di 8.835.400 euro per l’informatizzazione del centro universitario di Trento.
Trento è solo sulla carta Italiano, poi è una regione a statuto speciale, dunque perchè i contributi li deve dare Roma LADRONA ?
Perchè poi dobbiamo regalare alla Microsoft somme di oltre 200 milioni di euro ?
Forse si sara impoverita con tutte le multe che deve pagare ?
Una volta per sempre si chiede di metter fine a questo continuo sperpero del denaro dei contribuenti, che, nel 90% dei casi, finisce nelle mani di microsoft e le sue partnerships.
Con l’ultima finanziaria 2007, sono stati destinati al Centro di Trento, ben 8.835.400,00 euro da elargire durante il 2007, 2008, 2009.
Si chiede pertanto di bloccare tale erogazione di fondi, sottolineo inoltre, che per il software libero erano stati destinati ben 10.000.000 di euro, non 1 centesimo di euro è stato erogato, nonostante la finanziaria 2007 lo prevedesse.
La finanziaria di fine anno 2007 parla da se:
contributo per la realizzazione dei progetti per la società dell’informazione
art. 1, c. 892
Al fine di estendere e sostenere in tutto il territorio nazionale la realizzazione di progetti per la società dell’informazione, è autorizzata una spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
Con decreto di natura non regolamentare, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali per gli interventi relativi alle regioni e agli enti locali, individua le azioni da
realizzare sul territorio nazionale, le aree destinatarie della sperimentazione e le modalità operative e di gestione di tali progetti.
Priorità dei progetti da finanziare
art. 1, c. 895
Nella valutazione dei progetti da finanziare, di cui al comma 892, è data priorità a quelli che utilizzano o sviluppano applicazioni software a codice aperto.
I codici sorgente, gli eseguibili e la documentazione dei softwares sviluppati sono mantenuti in un ambiente di sviluppo cooperativo, situato in un web individuato dal Ministero per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione al fine di poter essere visibili e riutilizzabili.
Si è sempre detto di voler usare il software libero in Italia perchè crea: condivisione del sapere, libero scambio del software, forma mentis, sviluppo software, posti di lavoro.
Cio’ permette di risparmiare ed usare in modo migliore i fondi dell’Unione Europea e del Governo Italiano.
Si preferisce però sperperare e a tal proposito, il Centro di Trento, è un esempio di erogazione di fondi non tassati, destinati a Microsoft (una multinazionale che la fa da padrone in tutto il mondo, pensando di poter imporre il suo sistema capitalistico ovunque).
Le tasche dello Stato Italiano sono vuote, ma gli ultimi governi si sono dati molto da fare, per finanziare Softwares Non Liberi costringendo così la Pubblica Amm.ne a rinnovarsi continuamente.
Con il gettito di fondi che si regalano alle software e/o hardware houses: microsoft, ibm-nazista, sun microsystems, apple cupertino.inc, adobe, macromedia….. si potrebbero: ammodernare le scuole, università , centri di ricerca, acquedotti, sistemare le strade, illuminazione stradale, raccolta differenziata dei rifiuti, acquisti di centrali elettriche che eroghino energia solare … si possono formare docenti sul software libero ed il riuso dell’hardware, finanziare progetti noprofit, sperimentazione sul wi-fi e wi-max portati avanti da singoli o teams che cooperano, sviluppano, e che operano nell’illegalità, a causa di una legge che limita la libertà d’espressione.
Si chiede dunque di prendere contatto con tutti quei singoli e gruppi che lavorano no-profit, per lo sviluppo delle reti wi-fi, wi-max, studio protocolli di trasmissione …. al semplice uso di sperimentazione ed integrazione con sistemi operativi liberi quali GNU/linux, GNU/Dawin, GNU/HURD, GNU/KFreeBSD, GNU/NetBSD, GNUSTEP, FreeBSD, NetBSD, OpenBSD e di coinvolgerli nella formazione studentesca ed universitaria, provvedendo a finanziarli con equi contributi tali da poter portare avanti le sperimentazioni e potersi sostenere economicamente mese dopo mese, sia che si abbia a che fare con Diplomati, Laureati che lavorino o non lavorino nell’ambiente universitario e/o che collaborano per tali scopi.
Si chiede dunque che l’attuale rete che funziona su IPv4, in un prossimo futuro e non troppo lontano, possa rimanere in mano a persone che hanno a cuore l’uso dei sistemi operativi software libero e l’integrazione con le reti wi-fi e wi-max.
Consentire che si possano creare reti wi-fi Mesh, che porterebbero uno svecchiamento nell’ordinamento delle radiocomunicazioni e consentirebbe di estendere la portata fra un nodo e l’altro, permettendo al wi-fi di raggiungere lunghe distanze ed un coinvolgimento degli hackers in un progetto che sa di buono e che darebbe ampie possibilità.
Lo studio e l’applicazione, hanno consentito ad alcuni hackers di poter lavorare a progetti no-profit ed esser pagati per il lavoro che amano svolgere quotidianamente.
Inoltre coinvolgerebbe tanti utenti ad usare il wi-fi, visto che le attuali ADSL, HDSL, ed il wi-fi erogato dagli WISP, non lo regalano, anzi lo fanno pagare profumatamente, offrendo un servizio che non è dei migliori.
Coinvolgere gli utenti vuol dire allargare la rete e renderli partecipi di ogni iniziativa che vien pubblicata nelle MAILING LISTS.
Si chiede che la maggior parte delle aziende ITALIANE od estere in territorio ITALIANO, si spostino da IPv4 a IPv6, alleggerendo la rete e consentendo così di riutilizzare molti IP’s, che molte aziende non usano più.
Ciò significherebbe che Internet potrebbe avere qualche anno in più di vita e non semplicemente 2 a partire dal 2009.
Le società che vorrebbero essere coinvolte nei progetti sono le benvenute e dunque potrebbero rimanere su IPv4.
Tuttociò che non ha a che fare con la sperimentazione, dunque pornografia, suonerie, immagini, filmati, musica, potrebbero usare IPV6.
Altra cosa che si chiede è l’adozione non solo del software libero, ma anche dei formati liberi, eliminado così alla fonte tutti quei problemi legati anche alla pirateria.
Normalmente vengono impiegati formati come :aiff, au, avi, mov, waw, wmv, mpg, mpeg, mp3, jpeg, jpg, gif, bmp, exe, bat, quando si potrebbero usare per l’audio Ogg, per il video Ogv e per le immagini il formato png.
Iniziando a mettere al bando su internet tutti i formati sopra elencati, ed adottando solo i formati liberi, riuscireste a combattere la pirateria che nuoce alle software houses ed al tempo stesso alla nostra società, dove ogni persona deve rendersi conto che è parte della società in cui vive e se delinque, mette a rischio la libertà di tutti noi, perchè le multinazionali non vedono l’ora di potersi scagliare contro qualcuno perchè hanno violato il copyright.
Se invece i ragazzi si alfabetizzassero ed iniziassero ad usare il software libero, non dovrebbero piratare alcunchè e se tutti si comportassero in tal modo, le software houses si ritroverebbero con le merci invendute per i costi che praticano.
Ciò sarebbe la dimostrazione anche che la gente non ha bisogno di piratare per aver del buon software.
ad esempio OpenOffice è Software Libero, ed rilasciato con la GNU Lessler General Public Licensee funziona sia sui sistemi Unix-like che su windows, eppure molta gente continua a piratare office, quando ha openoffice. se hai una connessione adsl, puoi scaricarti openoffice senza commettere alcun reato, perchè i termini di licenza lo prevedono, al contrario molta gente sta in questi giorni cercando windows 7 sui sistemi di file sharing.
I sistemi di comunicazione amule, gnutella, emule, napster, p2p, tor, torrent sono uno dei tanti mezzi con cui si effettua il trasferimento del software, è ciò che si trova su questi sistemi è coperto da copyright.
I mezzi di comunicazione non sono colpevoli di nulla, sono colpevoli coloro che usano questi mezzi per scaricare software coperto da copyright, anzichè dal copyleft.
Bavaglio ad Internet: D'Alia sarà cancellato !
D’Alia sarà cancellato. E nasce la lobby dei deputati digitali
Due appuntamenti internet per i deputati in questo martedì di diluvio romano.
Prima con il voto che dovrebbe portare alla cancellazione dell’articolo 50 bis del decreto sicurezza, che ha avuto origine in senato all’inizio di Febbraio, con la presentazione dell’ormai famigerato “emendamento D’Alia” (Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet).
In secondo luogo con la costituzione di “Intergruppo Parlamentare 2.0″, associazione di deputati e senatori che, presentata a Monte Citorio, con tanto di dichiarazione dei promotori (video sotto), ha lanciato ieri la sua intenzione di aumentare il tasso di cultura digitale del parlamento italiano.
“L’emendamento della censura”
In serata arrivano in votazione gli emendamenti soppressivi del testo D’Alia che, ad opera del senatore Udc, prevedeva la facolta per il governo di chiudere, su segnalazione della magistratura, i siti o le piattaforme che ospitino affermazioni o contenuti che integrino un ampio arco di fattispecie riconducibili all’apologia di reato.
Un testo criticato da più parti per le sua vaghezza, le sue evidenti ricadute censorie oltre che per la totale ignoranza delle modalità tecniche implicate nell’operazione eventualmente disposta dal governo, modalità che creerebbero catene di responsabilità di tipo “cinese”.
Sebbene al senato sia stato approvato da una maggioranza schiacciante, formata da Pdl e Udc, ora gli emendamenti che chiedono l’eliminazione di quell’articolo sono due. Uno del Pdl (presentatori Cassinelli e Mannucci) e uno del Partito Democratico con la firma di un grande numero di deputati.
In passato anche Antonio Di Pietro è stato durissimo su quel testo e c’è quindi da immaginare che l’Italia dei valori dia una mano ad eliminarlo.
Secondo fonti della maggioranza, la proposta soppressiva potrebbe partire dallo stesso governo. Al meglio non c’è limite…
Un parlamento rinsavito?
Meglio non essere ottimisti, ma forse c’è anche la mano dei dodici che ieri hanno costituito Intergruppo 2.0, organismo che ha un blog e che ieri è stato presentato con grande enfasi alla Camera.
L’elenco dei promotori è breve e doveroso (i link, collegati al nome, sono quelli forniti dai deputati in sede di presentazione).
Per il Pd: Paola Concia, Sandro Gozi, Alessia Mosca , Vinicio Peluffo, Federica Mogherini Rebesani, il radicale eletto-pd Matteo Mecacci e il senatore Vincenzo Vita, fresco di presentazione del disegno di legge sulla neutralità delle rete.
Per il Pdl: il benemerito Roberto Cassinelli, primo presentatore (nel tempo) di un testo anti-D’Alia, Nicola Formichella, Beatrice Lorenzin (un carnivoro tra vegetariani: è colei che ha chiesto “l’impedimento di accesso” ai siti contenenti istigazione alla bulimia e all’anoressia.
E allora perché sta nell’Intergruppo?) , il leghista Massimiliano Fedriga.
Infine Pierfelice Zazzera (Idv).
Come che sia, questo gruppo sembra perlomeno “digitalmente alfabetizzato”.
Farà audizioni “on line”, non ha ancora un’agenda, ma sembra avere tutta l’intenzione di costruirsela.
E’ ben consapevole che dovrà fare lavoro di missione all’interno delle sue stesse fila, visto che l’ignoranza digitale è patrimonio solido e diffuso della rappresentanza politica italiana. Infine, e non guasta, sono tutti abbastanza giovani.
Formichella (Pdl) si è spinto a dire che nel caso Down-YouTube (il video sull’abuso fisico ai danni di un minore disabile, filmato dai suoi stessi assalitori e messo on line), per i quali a Milano sono a processo dirigenti di Google, non ci sono responsabilità dei gestori.”
L’unica responsabilità è di chi i contenuti li pubblica” ha detto.
E’ un elementare principio da stato di diritto ma non pare avere molti consensi tra i politici italiani.
Ne viene a riprova l’aneddoto raccontato dalla democratica Mogherini Rebesani, che di recente è rimasta assente dalla camera per malattia. Sul suo blog qualcuno le ha contestato la mancata presenza in aula e lei ha potuto chiarire che era malata. “Una volta tornata in aula racconta i colleghi mi hanno dato solidarietà.
Ma non per la malattia, bensì per l’inaudito attacco subito sul blog”. E va be’…
Era ora Inutile dire “era ora”. Semmai la domanda da fare ai nuovi associati è “perché siete così pochi?” e cosa intendete fare anche al di fuori della camera.
Le domande, per oggi, non gliele abbiamo fatte, ma ce ne sono alcune che urgono: la rete è sotto attacco, non solo da parte dei D’Alia, ma anche dei potenti “doganieri” delle Telco, che stanno per far passare una direttiva europea devastante per l’accesso paritario alle diverse applicazioni e dati. Ne parla Repubblica.it.
Gli effetti della direttiva Telecoms Package potrebbero essere devastanti?
Anche gran parte dei disegni di legge presentati in questo parlamento.
Il problema è sempre lo stesso: la cultura dell’establishment che, nell’interesse solido di aziende Telco, televisive, musicali e magari editoriali, sogna di far rientrare il dentrificio nell’astuccio o il genio nella bottiglia.Ma la bottiglia è rotta. Per sempre.
Due appuntamenti internet per i deputati in questo martedì di diluvio romano.
Prima con il voto che dovrebbe portare alla cancellazione dell’articolo 50 bis del decreto sicurezza, che ha avuto origine in senato all’inizio di Febbraio, con la presentazione dell’ormai famigerato “emendamento D’Alia” (Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet).
In secondo luogo con la costituzione di “Intergruppo Parlamentare 2.0″, associazione di deputati e senatori che, presentata a Monte Citorio, con tanto di dichiarazione dei promotori (video sotto), ha lanciato ieri la sua intenzione di aumentare il tasso di cultura digitale del parlamento italiano.
“L’emendamento della censura”
In serata arrivano in votazione gli emendamenti soppressivi del testo D’Alia che, ad opera del senatore Udc, prevedeva la facolta per il governo di chiudere, su segnalazione della magistratura, i siti o le piattaforme che ospitino affermazioni o contenuti che integrino un ampio arco di fattispecie riconducibili all’apologia di reato.
Un testo criticato da più parti per le sua vaghezza, le sue evidenti ricadute censorie oltre che per la totale ignoranza delle modalità tecniche implicate nell’operazione eventualmente disposta dal governo, modalità che creerebbero catene di responsabilità di tipo “cinese”.
Sebbene al senato sia stato approvato da una maggioranza schiacciante, formata da Pdl e Udc, ora gli emendamenti che chiedono l’eliminazione di quell’articolo sono due. Uno del Pdl (presentatori Cassinelli e Mannucci) e uno del Partito Democratico con la firma di un grande numero di deputati.
In passato anche Antonio Di Pietro è stato durissimo su quel testo e c’è quindi da immaginare che l’Italia dei valori dia una mano ad eliminarlo.
Secondo fonti della maggioranza, la proposta soppressiva potrebbe partire dallo stesso governo. Al meglio non c’è limite…
Un parlamento rinsavito?
Meglio non essere ottimisti, ma forse c’è anche la mano dei dodici che ieri hanno costituito Intergruppo 2.0, organismo che ha un blog e che ieri è stato presentato con grande enfasi alla Camera.
L’elenco dei promotori è breve e doveroso (i link, collegati al nome, sono quelli forniti dai deputati in sede di presentazione).
Per il Pd: Paola Concia, Sandro Gozi, Alessia Mosca , Vinicio Peluffo, Federica Mogherini Rebesani, il radicale eletto-pd Matteo Mecacci e il senatore Vincenzo Vita, fresco di presentazione del disegno di legge sulla neutralità delle rete.
Per il Pdl: il benemerito Roberto Cassinelli, primo presentatore (nel tempo) di un testo anti-D’Alia, Nicola Formichella, Beatrice Lorenzin (un carnivoro tra vegetariani: è colei che ha chiesto “l’impedimento di accesso” ai siti contenenti istigazione alla bulimia e all’anoressia.
E allora perché sta nell’Intergruppo?) , il leghista Massimiliano Fedriga.
Infine Pierfelice Zazzera (Idv).
Come che sia, questo gruppo sembra perlomeno “digitalmente alfabetizzato”.
Farà audizioni “on line”, non ha ancora un’agenda, ma sembra avere tutta l’intenzione di costruirsela.
E’ ben consapevole che dovrà fare lavoro di missione all’interno delle sue stesse fila, visto che l’ignoranza digitale è patrimonio solido e diffuso della rappresentanza politica italiana. Infine, e non guasta, sono tutti abbastanza giovani.
Formichella (Pdl) si è spinto a dire che nel caso Down-YouTube (il video sull’abuso fisico ai danni di un minore disabile, filmato dai suoi stessi assalitori e messo on line), per i quali a Milano sono a processo dirigenti di Google, non ci sono responsabilità dei gestori.”
L’unica responsabilità è di chi i contenuti li pubblica” ha detto.
E’ un elementare principio da stato di diritto ma non pare avere molti consensi tra i politici italiani.
Ne viene a riprova l’aneddoto raccontato dalla democratica Mogherini Rebesani, che di recente è rimasta assente dalla camera per malattia. Sul suo blog qualcuno le ha contestato la mancata presenza in aula e lei ha potuto chiarire che era malata. “Una volta tornata in aula racconta i colleghi mi hanno dato solidarietà.
Ma non per la malattia, bensì per l’inaudito attacco subito sul blog”. E va be’…
Era ora Inutile dire “era ora”. Semmai la domanda da fare ai nuovi associati è “perché siete così pochi?” e cosa intendete fare anche al di fuori della camera.
Le domande, per oggi, non gliele abbiamo fatte, ma ce ne sono alcune che urgono: la rete è sotto attacco, non solo da parte dei D’Alia, ma anche dei potenti “doganieri” delle Telco, che stanno per far passare una direttiva europea devastante per l’accesso paritario alle diverse applicazioni e dati. Ne parla Repubblica.it.
Gli effetti della direttiva Telecoms Package potrebbero essere devastanti?
Anche gran parte dei disegni di legge presentati in questo parlamento.
Il problema è sempre lo stesso: la cultura dell’establishment che, nell’interesse solido di aziende Telco, televisive, musicali e magari editoriali, sogna di far rientrare il dentrificio nell’astuccio o il genio nella bottiglia.Ma la bottiglia è rotta. Per sempre.
venerdì 24 aprile 2009
Bavaglio ad Internet: Camera dei Deputati i politici censori evitano il confronto
Paolo Del Bene ninuxpdb@gmail.com
Venerdì 24 Aprile 2009
Re:roma 23-04-09: Altroconsumo invita c/o la Camera dei Deputati utenti e politici
Ieri c'è stato un incontro fra le parti, con grande rammarico debbo dire che i politici erano interessati a farsi la chiacchierata e a farci ascoltare il loro pensiero, senza poter prender la parola, senza un confronto fra le parti, così come era stato stabilito da Altroconsumo.
Sono veramente dispiaciuto di ciò, perchè i politici hanno dimostrato di sapersi ascoltare fra PD-PDL-UDC, dando poco spazio ai fruitori della rete.
La Giovanna Melandri ha detto che bisognerebbe stravolgere il Decreto Gianpiero D'Alia, e Gianpiero D'Alia è consapevole di ciò, il suo Decreto forse verrà modificato un pò, ma sostanzialmente quelli saranno i contenuti.
Allo stesso tempo la Giovanna Melandri del PD ha detto che non ha nulla da aggiungere oltre a quanto aveva già detto in merito al Decreto D'Alia.
Su una materia che riguarda le libertà dei cittadini, la votazione che è stata fatta alla Camera non è stata fatta con il voto elettronico, dunque non si sa quanti la abbiano votata e quanti no, quanti oggi si siano pentiti di averla votata e quanti non si siano pentiti di averlo fatto.
La cosa più grave è che a parlare di INTERNET ovvero della Rete delle Reti, ci mettano gente che di contenuti di Informatica non ne sa un accidenti, dunque si pensa che sia giusto un incontro fra le due parti, anche se questo comporta uno scontro sui contenuti.
La Gabriella Carlucci del PDL ha dimostrato quanto è ignorante in materia e di non voler accettare un confronto, allo stesso modo anche Gianpiero D'Alia che è venuto, ha fatto tutto il suo discorso retorico, dibbattuto poi fra UDC-PD-PDL, fregandosene degli utenti.
Appena ha finito di parlare è andato via senza chiedere al pubblico se c'era qualcuno che aveva qualcosa da chiedere o da dire su quanto ha fatto.
Mi sono alzato ed ho detto a gran voce a Gianpiero D'alia e a tutti politici presenti: "complimenti, lei è molto democratico, lei vedo che accetta il confronto con gli utenti, il suo interesse riguardo agli utenti è nullo".
Ma la cosa bella è che a parlare di art.50 bis, ovvero del pacchetto sicurezza che prevede l'istigazione a delinuquere oppure a osannare personaggi che hanno ucciso magistrati... sia proprio Gianpiero D'Alia http://it.wikipedia.org/wiki/Gianpiero_D%27Alia
L'UDC è uno di quei parti che candida proprio tutti, ed infatti ha accettato anche la candidatura di Salvatore Cuffaro e di Gianpiero D'Alia, dopo la presentazione di Salvatore Cuffaro, riprenderò a parlare dell'argomento di ieri.
"Il Presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro (Totò Cuffaro): "Cuffaro ha ricevuto il suo primo avviso di garanzia per una presunta tangente intascata dall'eurodeputato Salvo Lima nel 1993.
L'indagine era partita dalle dichiarazioni di un pentito, che però si rivelarono subito false, in quanto Lima nel 1993 era già morto.
Durante la sua prima presidenza alla Regione Siciliana Cuffaro è entrato, insieme ad altri, nel registro degli indagati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locale.[4]
Con gli elementi raccolti, gli inquirenti ritengono che, attraverso Antonio Borzacchelli e Miceli (precedentemente assessore UDC al Comune di Palermo, legato a Cuffaro) e grazie alle talpe presenti nella Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Cuffaro abbia informato Giuseppe Guttadauro, boss mafioso ma anche collega medico di Miceli all'Ospedale Civico di Palermo, e Michele Aiello, importante imprenditore siciliano nel settore della sanità, indagato per associazione mafiosa, di notizie riservate legate alle indagini in corso che li vede coinvolti.
Nel settembre del 2005, Cuffaro per questi fatti, negati dall'interessato, è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato alla Mafia e rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio, mentre non è stata accolta l'accusa di concorso esterno.
Secondo il GUP è accertato che abbia fornito all'imprenditore Aiello informazioni fondamentali per sviare le indagini, grazie a una fonte non ancora nota, incontrandolo da solo in circostanze sospette, riferendo che le due talpe che gli fornivano informazioni sulle indagini che lo riguardavano erano state scoperte.
Nell'incontro, anche una discussione riguardante l'approvazione del tariffario regionale da applicarsi alle società di diagnosi medica posseduta dall'imprenditore.
Aiello ha ammesso entrambi i fatti, Cuffaro afferma soltanto che si sia discusso delle tariffe. Il GUP ipotizza inoltre che il mafioso Guttadauro sia venuto a conoscenza da Cuffaro delle microspie, in funzione del suo rapporto con Aiello, sempre per via del contatto con i due marescialli corrotti, in servizio ai nuclei di polizia giudiziaria della Procura di Palermo, uno dei quali è stato l'autore del piazzamento delle microspie.
Secondo una perizia ordinata dal tribunale nel corso del processo a Miceli, nei momenti in cui si è scoperta a casa di Guttadauro la microspia, sarebbero state confermate le testimonianze secondo le quali la moglie del boss mafioso ha dato merito a Totò Cuffaro del ritrovamento.[5]
Nel dicembre 2006, Miceli è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.[6]
I "cannoli del presidente"
Il 15 ottobre 2007 il procuratore aggiunto del processo a Cuffaro Giuseppe Pignatone ha chiesto 8 anni di reclusione per l'attuale Presidente della Regione Sicilia, per quanto riguarda i seguenti capi d'imputazione:
1. favoreggiamento a Cosa Nostra;
2. rivelazione di segreto d'ufficio.[7][8]
Il 18 gennaio 2008 Cuffaro viene dichiarato colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le 'talpe' alla Dda di Palermo.
La sentenza di primo grado condanna Cuffaro a 5 anni di reclusione nonchè all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Cuffaro assiste alla lettura della sentenza nell'aula bunker di Pagliarelli e dichiara immediatamente di non essere intenzionato ad abbandonare il suo ruolo di presidente della regione Sicilia.
Nel frattempo, la pubblicazione di una serie di foto che lo ritraggono con un vassoio di cannoli, mentre apparentemente festeggia per non essere stato condannato per favoreggiamento della mafia,[9] provoca un grande imbarazzo.[10]
Il 24 gennaio 2008 l'Assemblea regionale siciliana respinge la mozione di sfiducia (53 voti contro 32) presentata dal centro sinistra.[11]
Nonostante il voto di fiducia del Parlamento siciliano, Cuffaro si dimette due giorni dopo, nel corso di una seduta straordinaria dell'Assemblea.[12]
Il processo d'appello si terrà a partire dal 15 maggio 2009 alla terza sezione della Corte d'appello
vedasi: http://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Cuffaro#I_procedimenti_giudiziari_penali
Quindi potete ben capire chi è che legifera contro INTERNET.
Comunque c'è stato un grande scontro politico ieri fra le parti utenti e politici.
Altroconsumo rivedesse quali politici vuol far partecipare, perchè non accettano il confronto, parlano solo di quello che fanno loro e di come lo vorrebbero fare e convincerci che quello che stanno facendo, lo fanno per il nostro bene, come se fossimo degli idioti, incapaci di valutare i reali problemi.h
Venerdì 24 Aprile 2009
Re:roma 23-04-09: Altroconsumo invita c/o la Camera dei Deputati utenti e politici
Ieri c'è stato un incontro fra le parti, con grande rammarico debbo dire che i politici erano interessati a farsi la chiacchierata e a farci ascoltare il loro pensiero, senza poter prender la parola, senza un confronto fra le parti, così come era stato stabilito da Altroconsumo.
Sono veramente dispiaciuto di ciò, perchè i politici hanno dimostrato di sapersi ascoltare fra PD-PDL-UDC, dando poco spazio ai fruitori della rete.
La Giovanna Melandri ha detto che bisognerebbe stravolgere il Decreto Gianpiero D'Alia, e Gianpiero D'Alia è consapevole di ciò, il suo Decreto forse verrà modificato un pò, ma sostanzialmente quelli saranno i contenuti.
Allo stesso tempo la Giovanna Melandri del PD ha detto che non ha nulla da aggiungere oltre a quanto aveva già detto in merito al Decreto D'Alia.
Su una materia che riguarda le libertà dei cittadini, la votazione che è stata fatta alla Camera non è stata fatta con il voto elettronico, dunque non si sa quanti la abbiano votata e quanti no, quanti oggi si siano pentiti di averla votata e quanti non si siano pentiti di averlo fatto.
La cosa più grave è che a parlare di INTERNET ovvero della Rete delle Reti, ci mettano gente che di contenuti di Informatica non ne sa un accidenti, dunque si pensa che sia giusto un incontro fra le due parti, anche se questo comporta uno scontro sui contenuti.
La Gabriella Carlucci del PDL ha dimostrato quanto è ignorante in materia e di non voler accettare un confronto, allo stesso modo anche Gianpiero D'Alia che è venuto, ha fatto tutto il suo discorso retorico, dibbattuto poi fra UDC-PD-PDL, fregandosene degli utenti.
Appena ha finito di parlare è andato via senza chiedere al pubblico se c'era qualcuno che aveva qualcosa da chiedere o da dire su quanto ha fatto.
Mi sono alzato ed ho detto a gran voce a Gianpiero D'alia e a tutti politici presenti: "complimenti, lei è molto democratico, lei vedo che accetta il confronto con gli utenti, il suo interesse riguardo agli utenti è nullo".
Ma la cosa bella è che a parlare di art.50 bis, ovvero del pacchetto sicurezza che prevede l'istigazione a delinuquere oppure a osannare personaggi che hanno ucciso magistrati... sia proprio Gianpiero D'Alia http://it.wikipedia.org/wiki/Gianpiero_D%27Alia
L'UDC è uno di quei parti che candida proprio tutti, ed infatti ha accettato anche la candidatura di Salvatore Cuffaro e di Gianpiero D'Alia, dopo la presentazione di Salvatore Cuffaro, riprenderò a parlare dell'argomento di ieri.
"Il Presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro (Totò Cuffaro): "Cuffaro ha ricevuto il suo primo avviso di garanzia per una presunta tangente intascata dall'eurodeputato Salvo Lima nel 1993.
L'indagine era partita dalle dichiarazioni di un pentito, che però si rivelarono subito false, in quanto Lima nel 1993 era già morto.
Durante la sua prima presidenza alla Regione Siciliana Cuffaro è entrato, insieme ad altri, nel registro degli indagati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locale.[4]
Con gli elementi raccolti, gli inquirenti ritengono che, attraverso Antonio Borzacchelli e Miceli (precedentemente assessore UDC al Comune di Palermo, legato a Cuffaro) e grazie alle talpe presenti nella Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Cuffaro abbia informato Giuseppe Guttadauro, boss mafioso ma anche collega medico di Miceli all'Ospedale Civico di Palermo, e Michele Aiello, importante imprenditore siciliano nel settore della sanità, indagato per associazione mafiosa, di notizie riservate legate alle indagini in corso che li vede coinvolti.
Nel settembre del 2005, Cuffaro per questi fatti, negati dall'interessato, è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato alla Mafia e rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio, mentre non è stata accolta l'accusa di concorso esterno.
Secondo il GUP è accertato che abbia fornito all'imprenditore Aiello informazioni fondamentali per sviare le indagini, grazie a una fonte non ancora nota, incontrandolo da solo in circostanze sospette, riferendo che le due talpe che gli fornivano informazioni sulle indagini che lo riguardavano erano state scoperte.
Nell'incontro, anche una discussione riguardante l'approvazione del tariffario regionale da applicarsi alle società di diagnosi medica posseduta dall'imprenditore.
Aiello ha ammesso entrambi i fatti, Cuffaro afferma soltanto che si sia discusso delle tariffe. Il GUP ipotizza inoltre che il mafioso Guttadauro sia venuto a conoscenza da Cuffaro delle microspie, in funzione del suo rapporto con Aiello, sempre per via del contatto con i due marescialli corrotti, in servizio ai nuclei di polizia giudiziaria della Procura di Palermo, uno dei quali è stato l'autore del piazzamento delle microspie.
Secondo una perizia ordinata dal tribunale nel corso del processo a Miceli, nei momenti in cui si è scoperta a casa di Guttadauro la microspia, sarebbero state confermate le testimonianze secondo le quali la moglie del boss mafioso ha dato merito a Totò Cuffaro del ritrovamento.[5]
Nel dicembre 2006, Miceli è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.[6]
I "cannoli del presidente"
Il 15 ottobre 2007 il procuratore aggiunto del processo a Cuffaro Giuseppe Pignatone ha chiesto 8 anni di reclusione per l'attuale Presidente della Regione Sicilia, per quanto riguarda i seguenti capi d'imputazione:
1. favoreggiamento a Cosa Nostra;
2. rivelazione di segreto d'ufficio.[7][8]
Il 18 gennaio 2008 Cuffaro viene dichiarato colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le 'talpe' alla Dda di Palermo.
La sentenza di primo grado condanna Cuffaro a 5 anni di reclusione nonchè all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Cuffaro assiste alla lettura della sentenza nell'aula bunker di Pagliarelli e dichiara immediatamente di non essere intenzionato ad abbandonare il suo ruolo di presidente della regione Sicilia.
Nel frattempo, la pubblicazione di una serie di foto che lo ritraggono con un vassoio di cannoli, mentre apparentemente festeggia per non essere stato condannato per favoreggiamento della mafia,[9] provoca un grande imbarazzo.[10]
Il 24 gennaio 2008 l'Assemblea regionale siciliana respinge la mozione di sfiducia (53 voti contro 32) presentata dal centro sinistra.[11]
Nonostante il voto di fiducia del Parlamento siciliano, Cuffaro si dimette due giorni dopo, nel corso di una seduta straordinaria dell'Assemblea.[12]
Il processo d'appello si terrà a partire dal 15 maggio 2009 alla terza sezione della Corte d'appello
vedasi: http://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Cuffaro#I_procedimenti_giudiziari_penali
Quindi potete ben capire chi è che legifera contro INTERNET.
Comunque c'è stato un grande scontro politico ieri fra le parti utenti e politici.
Altroconsumo rivedesse quali politici vuol far partecipare, perchè non accettano il confronto, parlano solo di quello che fanno loro e di come lo vorrebbero fare e convincerci che quello che stanno facendo, lo fanno per il nostro bene, come se fossimo degli idioti, incapaci di valutare i reali problemi.h
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