venerdì 24 aprile 2009

Bavaglio ad Internet: Camera dei Deputati i politici censori evitano il confronto

Paolo Del Bene ninuxpdb@gmail.com
Venerdì 24 Aprile 2009

Re:roma 23-04-09: Altroconsumo invita c/o la Camera dei Deputati utenti e politici

Ieri c'è stato un incontro fra le parti, con grande rammarico debbo dire che i politici erano interessati a farsi la chiacchierata e a farci ascoltare il loro pensiero, senza poter prender la parola, senza un confronto fra le parti, così come era stato stabilito da Altroconsumo.

Sono veramente dispiaciuto di ciò, perchè i politici hanno dimostrato di sapersi ascoltare fra PD-PDL-UDC, dando poco spazio ai fruitori della rete.

La Giovanna Melandri ha detto che bisognerebbe stravolgere il Decreto Gianpiero D'Alia, e Gianpiero D'Alia è consapevole di ciò, il suo Decreto forse verrà modificato un pò, ma sostanzialmente quelli saranno i contenuti.

Allo stesso tempo la Giovanna Melandri del PD ha detto che non ha nulla da aggiungere oltre a quanto aveva già detto in merito al Decreto D'Alia.

Su una materia che riguarda le libertà dei cittadini, la votazione che è stata fatta alla Camera non è stata fatta con il voto elettronico, dunque non si sa quanti la abbiano votata e quanti no, quanti oggi si siano pentiti di averla votata e quanti non si siano pentiti di averlo fatto.

La cosa più grave è che a parlare di INTERNET ovvero della Rete delle Reti, ci mettano gente che di contenuti di Informatica non ne sa un accidenti, dunque si pensa che sia giusto un incontro fra le due parti, anche se questo comporta uno scontro sui contenuti.

La Gabriella Carlucci del PDL ha dimostrato quanto è ignorante in materia e di non voler accettare un confronto, allo stesso modo anche Gianpiero D'Alia che è venuto, ha fatto tutto il suo discorso retorico, dibbattuto poi fra UDC-PD-PDL, fregandosene degli utenti.

Appena ha finito di parlare è andato via senza chiedere al pubblico se c'era qualcuno che aveva qualcosa da chiedere o da dire su quanto ha fatto.

Mi sono alzato ed ho detto a gran voce a Gianpiero D'alia e a tutti politici presenti: "complimenti, lei è molto democratico, lei vedo che accetta il confronto con gli utenti, il suo interesse riguardo agli utenti è nullo".

Ma la cosa bella è che a parlare di art.50 bis, ovvero del pacchetto sicurezza che prevede l'istigazione a delinuquere oppure a osannare personaggi che hanno ucciso magistrati... sia proprio Gianpiero D'Alia http://it.wikipedia.org/wiki/Gianpiero_D%27Alia

L'UDC è uno di quei parti che candida proprio tutti, ed infatti ha accettato anche la candidatura di Salvatore Cuffaro e di Gianpiero D'Alia, dopo la presentazione di Salvatore Cuffaro, riprenderò a parlare dell'argomento di ieri.

"Il Presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro (Totò Cuffaro): "Cuffaro ha ricevuto il suo primo avviso di garanzia per una presunta tangente intascata dall'eurodeputato Salvo Lima nel 1993.

L'indagine era partita dalle dichiarazioni di un pentito, che però si rivelarono subito false, in quanto Lima nel 1993 era già morto.

Durante la sua prima presidenza alla Regione Siciliana Cuffaro è entrato, insieme ad altri, nel registro degli indagati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locale.[4]

Con gli elementi raccolti, gli inquirenti ritengono che, attraverso Antonio Borzacchelli e Miceli (precedentemente assessore UDC al Comune di Palermo, legato a Cuffaro) e grazie alle talpe presenti nella Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Cuffaro abbia informato Giuseppe Guttadauro, boss mafioso ma anche collega medico di Miceli all'Ospedale Civico di Palermo, e Michele Aiello, importante imprenditore siciliano nel settore della sanità, indagato per associazione mafiosa, di notizie riservate legate alle indagini in corso che li vede coinvolti.

Nel settembre del 2005, Cuffaro per questi fatti, negati dall'interessato, è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato alla Mafia e rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio, mentre non è stata accolta l'accusa di concorso esterno.

Secondo il GUP è accertato che abbia fornito all'imprenditore Aiello informazioni fondamentali per sviare le indagini, grazie a una fonte non ancora nota, incontrandolo da solo in circostanze sospette, riferendo che le due talpe che gli fornivano informazioni sulle indagini che lo riguardavano erano state scoperte.

Nell'incontro, anche una discussione riguardante l'approvazione del tariffario regionale da applicarsi alle società di diagnosi medica posseduta dall'imprenditore.

Aiello ha ammesso entrambi i fatti, Cuffaro afferma soltanto che si sia discusso delle tariffe. Il GUP ipotizza inoltre che il mafioso Guttadauro sia venuto a conoscenza da Cuffaro delle microspie, in funzione del suo rapporto con Aiello, sempre per via del contatto con i due marescialli corrotti, in servizio ai nuclei di polizia giudiziaria della Procura di Palermo, uno dei quali è stato l'autore del piazzamento delle microspie.

Secondo una perizia ordinata dal tribunale nel corso del processo a Miceli, nei momenti in cui si è scoperta a casa di Guttadauro la microspia, sarebbero state confermate le testimonianze secondo le quali la moglie del boss mafioso ha dato merito a Totò Cuffaro del ritrovamento.[5]

Nel dicembre 2006, Miceli è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.[6]

I "cannoli del presidente"

Il 15 ottobre 2007 il procuratore aggiunto del processo a Cuffaro Giuseppe Pignatone ha chiesto 8 anni di reclusione per l'attuale Presidente della Regione Sicilia, per quanto riguarda i seguenti capi d'imputazione:

1. favoreggiamento a Cosa Nostra;
2. rivelazione di segreto d'ufficio.[7][8]

Il 18 gennaio 2008 Cuffaro viene dichiarato colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le 'talpe' alla Dda di Palermo.

La sentenza di primo grado condanna Cuffaro a 5 anni di reclusione nonchè all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Cuffaro assiste alla lettura della sentenza nell'aula bunker di Pagliarelli e dichiara immediatamente di non essere intenzionato ad abbandonare il suo ruolo di presidente della regione Sicilia.

Nel frattempo, la pubblicazione di una serie di foto che lo ritraggono con un vassoio di cannoli, mentre apparentemente festeggia per non essere stato condannato per favoreggiamento della mafia,[9] provoca un grande imbarazzo.[10]

Il 24 gennaio 2008 l'Assemblea regionale siciliana respinge la mozione di sfiducia (53 voti contro 32) presentata dal centro sinistra.[11]

Nonostante il voto di fiducia del Parlamento siciliano, Cuffaro si dimette due giorni dopo, nel corso di una seduta straordinaria dell'Assemblea.[12]

Il processo d'appello si terrà a partire dal 15 maggio 2009 alla terza sezione della Corte d'appello

vedasi: http://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Cuffaro#I_procedimenti_giudiziari_penali

Quindi potete ben capire chi è che legifera contro INTERNET.

Comunque c'è stato un grande scontro politico ieri fra le parti utenti e politici.

Altroconsumo rivedesse quali politici vuol far partecipare, perchè non accettano il confronto, parlano solo di quello che fanno loro e di come lo vorrebbero fare e convincerci che quello che stanno facendo, lo fanno per il nostro bene, come se fossimo degli idioti, incapaci di valutare i reali problemi.h