venerdì 10 aprile 2009

Bavaglio ad Internet: Casinelli contro la "dottrina dei tre schiaffi"

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Casinelli contro la "dottrina dei tre schiaffi"

Il Ministro Bondi sembra voler seguire l'esempio francese: il deputato già noto per l'opposizione alle proposte di D'Alia e Carlucci chiede chiarezza e sprona gli utenti a farsi avanti.

[ZEUS News - http://www.zeusnews.com - 09-04-2009]


Si stanno rincorrendo voci pochi chiare: pare che il Ministro per la Cultura Sandro Bondi, entusiasmato dall'approvazione francese della legge che istituisce la dottrina dei tre schiaffi, abbia firmato con il colleghi d'oltralpe un accordo per la lotta alla pirateria.

Bondi avrebbe espresso l'intenzione di adottare la stessa legislazione anche da noi, istituendo un equivalente dell'Hadopi francese e mettendo in piedi la struttura necessaria ai controlli sugli utenti di Internet.

Tutti questi "forse" sono arrivati alle orecchie dell'onorevole Roberto Cassinelli, noto per essere apparentemente l'unico a cercare soluzioni ragionevoli ai problemi della Rete di fronte alle iniziative censorie proposte dai colleghi.

"Preoccupato da queste rivelazioni giornalistiche, ho inoltrato una interrogazione al Ministro per sapere se ciò corrisponda al vero" - ha scritto sul proprio blog l'onorevole Cassinelli - "sottolineando come la legge francese contrasti una precedente decisione del Parlamento europeo, ed alcuni diritti inviolabili che in Italia sono garantiti dalla Costituzione e dal Codice in materia di protezione dei dati personali".

Con questa sola osservazione, Cassinelli ha sottolineato come la Francia si sia mossa in autonomia e contrariamente a quanto stabilito dall'Unione Europea (pratica che comunque non sembra imbarazzare nemmeno il nostro governo) e come prima di prendere tali iniziative sia forse il caso di consultare le leggi già esistenti, a partire dalla Costituzione.

Imporre in Italia una legge analoga a quella francese porterebbe ad almeno tre conseguenze: innanzitutto si stabilirebbe una pena eccessiva ed inflitta in un modo errato, senza che venga coinvolta l'autorità giudiziaria.

Poi, basarsi sugli indirizzi Ip per accertare chi stia violando la legge sul diritto d'autore spingerebbe gli utenti più smaliziati a compromettere le connessioni altrui per non essere scoperti.

Infine, il Garante per la privacy ha già stabilito - nel marzo dell'anno scorso - che è vietato ai privati monitorare il traffico Internet altrui.

Cassinelli vuole chiarezza e con lui gli tutti gli utenti di Internet italiani, che l'onorevole invita a farsi avanti dicendo chiaramente la propria opinione.