giovedì 9 aprile 2009

Bavaglio ad Internet: Lettera a Gianpiero D'Alia

a info@enisa.europa.eu

data 19 febbraio 2009 5.39

oggetto Re: io non ho nemmeno la voglia di discutere il suo emendamento

On.le, Gianpiero Dalia dalia_g@posta.senato.it


Provo sinceramente disgusto per quanto voglia far approvare, e sinceramente non capisco come Lei possa alzare così tanto la Voce e parlare di Apologia di Reato, quando le persone che risiedono in Parlamento hanno dei procedimenti penali in corso o sono stati condannati in via definitiva e non hanno ancora pagato il debito con la Giustizia Italiana, entrando nelle patrie galere.

Vede io mi informo ed ho letto quanto vorrebbe fare, provo immenso disgusto per il suo disegno di legge, lei presume che qualsiasi cosa un cittadino possa dire, possa essere perseguibile penalmente.

Ciò sarebbe valido se gli stessi ed identici politici che stanno in Parlamento ed al Senato, decidessero di rinunciare all'immunità parlamentare e di farsi giudicare per i reati da loro commessi, invece vanno cercando scorciatoie che gli facciano da scudo, cosicchè non possano esser messi sotto processo ne durante il mandato che si sono presi da soli, dunque auto eleggendosi, ne quando il loro mandato finirà.

Pensare di governare il paese col 37% dei voti è una buffonata, non avete la maggioranza e dunque non avete il 50%+1 che vi consenta di parlare almeno nei confronti della maggioranza.

Ma chi tutela gli interessi del restante 49% ?, le rendo noto che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, invece ce ne sono alcuni che si sentono al di sopra della legge, ovvero tutti coloro che non vogliono rinunciare all'immunità parlamentare, perchè così si possono sentire ben tutelati.

avete fatto i conti senza l'oste anche perchè già nel 2006 l'Unione Europea aveva reso noto tale problema, quindi la sua è una revisione di una cosa che è già stata vissuta e Lei la sta amplificando, facendo incazzare la gente.

Le ricordo che secondo l'art.21 della costituzione Italiana ogni cittadino è libero di esprimere il suo pensiero senza alcuna forma di vincolo, laddove si pongano dei paletti, allora non stiamo parlando più di Libertà di Parola, ma di Repressione della Libertà di Parola.

Quanto dice rispetto ai contenuti sui vari siti, esiste già il modo di sanzionare chi commette degli illeciti, dunque non capisco questa sua presa di posizione, praticamente un doppione di quanto già esiste.

Lei comunque ci vorrebbe parlare di rispetto della Costituzione Italiana, ebbene iniziate voi politici a dare il buon esempio, siete su quelle poltrone, perchè noi cittadini Vi ci abbiamo messo, da parte mia il Voto nei confronti del PD, PDL, IDV, UDC, ve lo siete sognati.

Il giorno in cui caccerete la gente di malaffare dalle liste del partito, allora potremmo parlare di rispetto delle leggi, perchè il Vostro Presidente Totò Cuffaro ex Presidente della Regione Sicilia non ha scontato il debito con la Giustizia Italiana, così come non l'hanno scontati molti altri, ciò non fa del Parlamento Italiano un buon esempio di un Paese governato da Persone Oneste e che siano Democratiche, anzi PROIETTA su tutto il POPOLO ITALIANO un'immagine che dall'Unione Europea viene vista con disgusto.

Tutte le figuracce che abbiamo fatto sino ad oggi sono state tollerate, ma esempi come Borghezio, quel Leghista che entra nel Parlamento Europeo sventolando il simbolo della Lega, non ha lasciato il Presidente indifferente, anzi lo ha fatto mettere alla porta.

Questa è l'immagine che viene proiettata da certi personaggi, per non parlare delle figuracce che facciamo con Silvio Berlusconi ogni volta che va in Televisio ne e che attacca sempre qualcuno.

Insomma mi vergogno di essere cittadino ITALIANO, ad ogni TG ci sentiamo dire dall'Unione Europea che non siamo un PAESE DEMOCRATICO, ma governato da un DITTATORE.

Fate Vobis e vedete di levarvi le castagne dal fuoco, siamo stanchi di esser rappresentati da gente di malaffare.

Spero dunque vorrete ritirare tale disegno di legge o ci metterete nelle condizioni di spegnere i SERVERS, non garantirvi alcuna forma di servizio, ma al tempo stesso ci metterete nelle condizioni di scendere nelle piazze Italiane per protestare contro tale atto che fa di tutta un'erba un fascio, provvedete a perseguire chi ha commesso un illecito, anzichè sanzionare un intero paese.

Sottopongo alla Vostra attenzione l'Intervista che avete rilasciato e pubblicata sul sito di beppegrillo:

Il "Merda Wall" di D'Alia contro Internet
http://www.beppegrillo.it/2009/02/il_merda_wall_c/index.html
http://www.beppegrillo.it/2009/02/il_merda_wall_c/index.html#comments?s=n2009-02-12


Il senatore D'Alia
dell'UDC vuole oscurare la Rete

Ha proposto un emendamento approvato in Senato, a un disegno di legge di Brunetta che obbligherà i providers ad oscurare siti, blogs o social media come YouTube e Facebook su richiesta del ministero degli Interni per reati di opinione, ad esempio un filmato o un gruppo che invitano a non osservare una legge considerata ingiusta.

Senza nessuna sentenza della magistratura.

Questo, oggi, avviene solo in Cina.

In una dittatura.


http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Attsen/00017685.htm

http://mobile.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=16&id=391198&idoggetto=413875

I cinesi hanno eretto contro l'informazione di Internet un Golden Wall
si sono ispirati alla Muraglia Cinese.

D'Alia vuole costruire un Merda Wall, si è ispirato allo psiconano.

Il vero concorrente di Mediaset è YouTube.

Mediaset non la comprerei neppure se me la regalassero.

La pubblicità sta abbandonando la televisione e l'informazione si fa in Rete.

Mettere Internet sotto il controllo del potere esecutivo vuol dire chiuderla di fatto e tappare la bocca ai cittadini liberi.

http://en.wikipedia.org/wiki/Internet_censorship_in_the_People%27s_Republic_of_China#Golden_Shield_Project

Marco Pancini
di Google ha dichiarato:" No, le leggi ad Aziendam che poi hanno un impatto su tutto l'ecosistema non si possono fare.

E bisognerebbe evitare di portare l'Italia a livello dei peggiori paesi del mondo in fatto di reati d'opinione.

L'Italia stessa è ormai un Paese ad Aziendam e in quanto a perseguire reati di opinione non siamo secondi a nessuno.

Lo Stato è nostro e noi ce lo riprenderemo.

http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2009/02/12

Google ha dichiarato:" No, le leggi ad Aziendam che poi hanno un impatto su tutto l'ecosistema non si possono fare.

E bisognerebbe evitare di portare l'Italia a livello dei peggiori paesi del mondo in fatto di reati d'opinione.

L'Italia stessa è ormai un Paese ad Aziendam e in quanto a perseguire reati di opinione non siamo secondi a nessuno.

Lo Stato è nostro e noi ce lo riprenderemo.

Partecipa all'iniziativa Free Blogger
con una tua foto con la scritta Free Blogger.

http://www.beppegrillo.it/iniziative/freeblogger

Dall'intervista di Alessandro Gilioli al sen. Gianpiero D'Alia pubblicata su L'Espresso

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/02/10/%C2%ABfacebook-e-youtube-o-obbediscono-o-li-oscuro%C2%BB

A. Gilioli: Io volevo parlare di questo emendamento: innanzitutto, spieghi lo scopo e l'utilità.

D'Alia: L'emendamento introduce l'articolo 50 bis al pacchetto sicurezza, che consente al ministro dell'interno, su comunicazione dell'autorità giudiziaria che procede per delitti di istigazione a delinquere o apologia di reato, attribuisce al ministero dell'interno il potere di disporre che i fornitori di connettività alla rete internet utilizzino gli strumenti di filtraggio nei confronti di quei siti o social
network che contenessero, diciamo, dichiarazioni e quant'altro connesse a queste ipotesi di reato.

Cioè, è una norma che serve a cominciare a intervenire nella regolamentazione di internet e questo nasce sostanzialmente dalle vicende che hanno riguardato Facebook, della comparsa su quel social network di gruppi inneggianti a Riina, Provenzano, alle Brigate Rosse eccetera.

E poiché non vi è alcuno strumento, nell'ordinamento, che consenta un intervento immediato qualora ovviamente si ravvisi un'ipotesi di reato, cioè qualora la magistratura stia indagando, il ministro dell'interno interviene con uno strumento di natura squisitamente cautelare che serve ad evitare
che vi sia una moltiplicazione di questi siti o di queste manifestazioni illecite sulla rete.

Ovviamente, tutto questo avviene con la possibilità del ricorso all'autorità giudiziaria da parte degli interessati, e comunque attraverso una procedura di natura contraddittoria anche con i gestori dei siti a cui viene notificata una diffida ad oscurare o cancellare quelle parti che sono in contrasto con le posizioni citate.

A. Gilioli: Però, senatore, mi permetta di interromperla.

La contestazione che viene fatta è proprio questa: io ho letto bene il suo emendamento, non si parla di cancellare le parti ma di oscurare il sito.

Allora si dice: se c'è un gruppo su facebook che incita a Provenzano piuttosto che altre cose, gli effetti del suo emendamento non sarebbero cancellare quella pagina ma oscurare l'intero sito.

D'Alia: Ma mi scusi: se il gestore del sito non si fa carico di cancellare questi soggetti dal sito, è giusto che il sito venga oscurato.

Il ministero diffida il gestore, il gestore poi ha due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare dal sito i gruppi oppure non ottemperare.

Se non ottempera si rende complice di chi inneggia a Provenzano e Riina quindi è giusto che venga oscurato.

A. Gilioli: All'interno di YouTube, per esempio, ci sono diversi video che potrebbero ricadere, forse, all'interno della tipologia da lei enunciata.

Se YouTube non cancella quei video viene oscurato l'intero YouTube ?

D'Alia: Secondo me si, certo.

A. Gilioli: Ancora un altro caso...

D'Alia: Le faccio un esempio: se su YouTube esce un video, come è successo e peraltro ci sono state diverse polemiche, in cui quattro ragazzi picchiano un loro coetaneo disabile peraltro, in questo caso siamo in presenza della rappresenta zione di un reato non è che siamo in presenza di una apologia: c'è la diretta o la riproduzione di un film in cui viene commesso un illecito penale è giusto che un sito lo mantenga ?

Io credo di no.

A. Gilioli: Un altro caso: c'è una discussione online, nei siti, nei forum.

Fra utenti del forum può capitare che ci si insulti o anche che ci si minacci.

Lei questo lo ritiene una tipologia...

D'Alia: Se io minaccio qualcuno, lo minaccio nella realtà o su internet sempre un reato è.

A. Gilioli: Le faccio un'altra tipologia: io sono ipoteticamente autore di un blog.

All'interno del mio blog qualcuno, tra i commentatori del mio blog, mi insulta, minaccia.

Io che sono il blog master e quindi ritengo che sia giusto lasciare aperto il mio blog a ogni voce, comprese quelle che mi minacciano e mi insultano, non tolgo queste voci.

Anche in questo caso si rientra nella tipologia ?

D'Alia: Guardi, rientrano tutte quelle ipotesi che sono previste dal codice penale nell'ambito dei delitti di istigazione a delinquere o disobbedire alle leggi.

I delitti di apologia di reato, che sono previste dal codice penale o da altre disposizioni.

Sono tutte ipotesi che sono ricondotte a fattispecie illecite, che sono già sanzionate nel codice penale e che quindi hanno la necessità di essere sanzionate in tutte le loro manifestazioni.

Non è che cambia se io faccio un ciclostile con cui dico che Riina...

A. Gilioli: Scusi senatore, stiamo parlando dei commenti a un blog...

D'Alia: Guardi, i commenti a un blog non è che sono diversi: se in un commento a un blog io dico che le Brigate Rosse hanno fatto bene ad uccidere Moro, questa si chiama apologia di reato.

Che io lo faccia sul blog, con un telegramma, su un bigliettino, con un comunicato stampa non cambia:

sempre di reato si tratta e va perseguito, e va perseguito colui il quale se ne fa complice pubblicando queste porcherie, ivi compreso se è un gestore di internet tanto per essere chiari.

Io la penso in questo modo.

A. Gilioli: Senta senatore: lei è un frequentatore della rete ?

D'Alia: Certo

A. Gilioli: Su facebook ci va ?

D'Alia: No, su facebook vado poco perché mi indigna vedere su quel sito che si censurino le mamme che allattano i figli perché si ritiene esteticamente un fatto offensivo, antiestetico e poi si consenta a vari gruppi, ad esempio "Omaggio a Cutolo, chi è parente di pentiti infami e confidenti è pregato di non iscriversi a questo sito dedicato a Cutolo".

Io non ci vado perché questo sito che censura le mamme, come dichiara peraltro correttamente Articolo 21, e consente queste porcherie è un sito indegno, dal mio punto di vista.

Con tutto il rispetto per chi vi accede.

A. Gilioli: Lei è conscio del fatto che se in Italia si chiude YouTube e Facebook siamo peggio della Birmania ?

D'Alia: Guardi, io non sono per chiudere né Facebook né YouTube: io sono perché Facebook e YouTube rispettino le vittime di mafia, del terrorismo e degli stupri.

A. Gilioli: E se non le rispettano ?

D'Alia: Se non le rispettano non possono avere il rispetto dello Stato.

A. Gilioli: Quindi vanno chiusi.

D'Alia: E' evidente.

Quanto pubblicato sul sito di BeppeGrillo l'ho spedito al Parlamento Europeo, vedremo cosa diranno, rendo noto che a breve lo spedisco all'Unione Europea, ma il bello è che dal sito dell'Unione Europea, si apprende il seguente comunicato:

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=IM-PRESS&reference=20060718STO09901&language=EN

Parliament backs Internet freedom Citizens' rights - 18-07-2006 - 12:08

Internet in chains ?


The fight for freedom of expression has today largely shifted on-line the European Parliament notes in a resolution adopted during its July plenary.

In view of the ever more far-reaching methods of controlling the Internet and the increasing number of so called "cyber-dissidents", the Parliament calls for an EU code of conduct to limit western businesses that contribute to censoring the internet in repressive countries.

The US is already preparing a similar measure.

The Internet has become the means of expression for political dissidents, human rights defenders and independent journalists worldwide the Parliament notes.

At the same time, authoritarian governments use more and more sophisticated filtering and surveillance technology often coming from western companies.

The Chinese government has even persuaded companies such as Yahoo, Google and Microsoft to facilitate the censorship of their services.

Imprisoned in Cyberspace ?

According to human rights organisations, most of the cyber-dissidents detained in prison are in China a country which recently concluded an agreement with the search engine Google to operate there as long as certain web pages were blocked.

The Paris-based Reporters Without Frontiers group which campaigns for press freedom have been particularly critical of China which has its share of cyber-dissidents.

They include the recently released Chinese blogger and documentary filmmaker Hao Wu, the journalist Shi Tao and cyber-dissident Yang Zili.

Convinced that the freedom of expression is a key yardstick to judge whether a society is democratic and open, the Parliament strongly condemns restrictions on Internet content (apart from when it is illegal), as well as the harassment and imprisonment of Internet users.

It calls on the EU to take steps to promote free speech on the web and to help release detained Internet users.

Parliament's President Borrell raises concerns

During his visit to China last week, EP President Josep Borrell welcomed the release of cyber-dissident Hao Wu - a week after the Parliament adopted its resolution that referred to his case.

There is still a long way to go and I raised Parliament concerns about remaining restrictions on the freedom of expression the President said in a statement concluding his visit.

President Borrell also called upon China to ratify the International Covenant on Civil and Political Rights, of which article 19 seeks to guarantee unrestricted freedom of expression.

http://www.europarl.europa.eu/multimedia/img/news/cont/20060718PHT09899/pict_20060718PHT09899.jpg

Dunque confermo che avete fatto la scoperta dell'Uovo di Colombo.

Saluti,

Paolo Del Bene

p.s: spero che conosca l'Inglese, altrimenti se lo faccia tradurre.